Il parere sferzante di Umberto Eco sui social media
L’opinione espressa dal grande filologo, semiologo, e scrittore, autore tra l’altro de Il Nome della Rosa, è nota. E piuttosto severa, oltre che in parte realistica. Queste infatti le sue parole, durante la cerimonia a Torino per il conferimento della laurea honoris causa in Comunicazione e Cultura dei media. “I social media – ha affermato Eco – danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.
Acuto osservatore e critico della società e della cultura contemporanea, Eco aveva così stigmatizzato la rivoluzione determinata nella comunicazione e nelle dinamiche sociali e politiche dal web e dai social network. Una rivoluzione che in parte non ha raggiunto gli obiettivi che molti ipotizzavano. Ha certamente reso più democratica il web e la società. Consentendo anche a chi non era nel sistema di esprimersi, protestare, manifestare, e organizzarsi con altre persone per farlo.
Dando spazio ad informazioni che prima non apparivano su tv, giornali e radio. E che sul web potevano invece essere così viste da un maggior numero di persone e condivise. L’effetto megafono di chi invece non aveva nulla da dire, o nulla di vero o di sensato, indubbiamente esiste. Ma i social non sono solo questo. Certo, danno spazio anche alle fake news, che possono trasformarsi anche in fenomeni virali incontrollati. Ma fin da quando è esistita la propaganda esiste pure la finzione comunicativa. A fini politici e di controllo sociale.
I Social media e il web ? più debunking che fake news
Certo oggi la propaganda avviene sul web, e in parte anche su tv, radio e giornali. Però avveniva già nell’antichità, attraverso strumenti più semplici ma non per questo meno efficaci. Ad esempio con proclami letti pubblicamente da incaricati, o affissi in punti strategici delle città. O con gazzette e giornali opportunamente indirizzati dai loro editori Inoltre oggi i social, più che le fake news, rendono semplice invece il cosiddetto debunking. Ovvero l’individuare e smascherare le fake news stesse. E se oggi abbiamo un nuovo governo, lo dobbiamo molto proprio ai social network. E alla possibilità di condividere idee e programmi politiche, e portare ai cittadini notizie reali, senza dover passare da tv, stampa e radio.
Umberto Eco, un intellettuale del ventesimo secolo e un autore prolifico
Purtroppo il 19 febbraio di due anni fa il mondo della cultura ha perso uno dei suoi più autorevoli esponenti. Eco è morto nella sua abitazione romana, all’età di 84 anni. Professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna, socio dell’Accademia dei Lincei nella Classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche, è stato certamente un autore prolifico. Oltre ai suoi tanti saggi, nel 1980 aveva anche pubblicato il suo primo romanzo, un libro che in parte era anche un saggio storico e che divenne un bestseller internazionale. Il Nome della Rosa, da cui era stato tratto il film omonimo. Uno dei libri più venduti e più famosi nel mondo, inserito dal quotidiano francese Le Monde nell’elenco de I 100 libri del secolo. Immagine: Rob Bogaerts, Anefo Beeldbank Nationaal Archief, fonte Wikipedia.