Il Santo Padre lo afferma durante l’udienza di oggi in Aula Paolo VI, a cui sono presenti circa settemila persone. “La pace – dichiara il Pontefice – che ci offre e ci garantisce il Signore non va intesa come l’assenza di preoccupazioni, di delusioni, di mancanze, di motivi di sofferenza”. Una pace senza sofferenze, senza sacrifici non è possibile: “Se fosse così, nel caso in cui riuscissimo a stare in pace, quel momento finirebbe presto e cadremmo inevitabilmente nello sconforto”.
Perché la pace non si può darsela da soli: “la pace che scaturisce dalla fede è un dono: è la grazia di sperimentare che Dio ci ama e che ci è sempre accanto, non ci lascia soli nemmeno un attimo della nostra vita”. Allo stesso tempo, la pace “genera la pazienza, perché sappiamo che, anche nei momenti più duri e sconvolgenti, la misericordia e la bontà del Signore sono più grandi di ogni cosa e nulla ci strapperà dalle sue mani e dalla comunione con lui”.
Certo, per gli uomini non è facile capire l’invito di Paolo a “vantarci anche nelle tribolazioni”, e “risulta più difficile” da capire, “e può sembrare che non abbia niente a che fare con la condizione di pace, invece ne costituisce il presupposto più autentico, più vero”.
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