Nel suo Messaggio alla Conferenza dell’Onu “finalizzata a negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, che conduca alla loro totale eliminazione”, il Santo Padre ha voluto sottolineare come sia illusorio credere che la corsa agli armamenti e agli arsenali nucleari possano essere strumenti per garantire pace e stabilità nel mondo, in un precario equilibrio basato sulla deterrenza reciproca.
La conferenza si svolge questa settimana a New York, Stati Uniti, da Lunedì 27 a Venerdì 31 marzo 2017. “La pace e la stabilità internazionali – afferma il Pontefice – non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere”. Una pace reale, duratura, deve invece “essere costruita sulla giustizia, sullo sviluppo umano integrale, sul rispetto dei diritti umani fondamentali, sulla custodia del creato, sulla partecipazione di tutti alla vita pubblica, sulla fiducia fra i popoli, sulla promozione di istituzioni pacifiche, sull’accesso all’educazione e alla salute, sul dialogo e sulla solidarietà”.
Alla luce di una tale visione più realistica e consapevole, basata sul rispetto reciproco tra persone, popoli e governanti, abbiamo quindi la necessità di trovare strumenti più adeguati, per non dire più logici, perché l’escalation degli armamenti conduce invece in direzione contraria: “In questa prospettiva – continua infatti il Santo Padre – abbiamo bisogno di andare oltre la deterrenza nucleare: la comunità internazionale è chiamata ad adottare strategie lungimiranti per promuovere l’obiettivo della pace e della stabilità ed evitare approcci miopi ai problemi di sicurezza nazionale e internazionale”.
Governanti, istituzioni e cittadini, devono quindi adoperarsi per ridurre il più possibile gli armamenti nucleari: “In tale contesto, l’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario. Un approccio concreto dovrebbe promuovere una riflessione su un’etica della pace e della sicurezza cooperativa multilaterale che vada al di là della paura e dell’isolazionismo che prevale oggi in numerosi dibattiti. Il conseguimento di un mondo senza armi nucleari richiede processi di lungo periodo, basati sulla consapevolezza che tutto è connesso, in un’ottica di ecologia integrale (cfr. Laudato si’, 117, 138). Il destino condiviso dell’umanità richiede di rafforzare, con realismo, il dialogo e costruire e consolidare meccanismi di fiducia e di cooperazione, capaci di creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari”.
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