Nella guerra alle bufale, gravi soprattutto quando si parla di scienza e salute, o quando orientano i comportamenti economici e politici di cade nella trappola delle fake news, arrivano i due colossi del web.
Google ha creato una etichetta fact check che permette ai lettori di individuare le notizie segnalate dagli editori come risultato di un processo di fact checking, ovvero di verifica dei fatti raccontati, delle informazioni relative, delle fonti. Notizie che tramite questo vero e proprio marchio di qualità possono quindi essere da subito individuate come maggiormente affidabili.
Per Facebook lo stesso Mark Zuckerberg con un post ha annunciato novità: ovvero una sezione e un decalogo anti bufale. Di tali novità si è parlato anche nel corso dell’undicesima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, che si è svolto a Perugia da mercoledì 5 a domenica 9 aprile 2017. La responsabile delle partnership news, Campbell Brown, ha ripreso la notizia, spiegando anche che, contrariamente a ciò che molti credono, il social network “non guadagna dalle notizie false”.
Nella realtà “A guadagnarci sono quelli che le pubblicano, attraverso la pubblicità”, e tali notizie vengono pubblicate soprattutto per farci soldi, più che per altre ragioni: “dalle nostre ricerche – ha affermato la Brown – risulta che le fake news non vengono quasi mai pubblicate per questioni di opinioni o di politica; nella maggior parte dei casi c’è pochissimo testo, gli articoli contengono quasi soltanto annunci pubblicitari, perché è lì che si guadagna”.
Con l’obiettivo di limitare il traffico pubblicitario derivante dalla fake news, Facebook ha quindi creato e implementato una sezione del Centro assistenza, stilando anche un decalogo con le regole per individuare e segnalare le bufale.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.