Così il Santo Padre nell’omelia per la Santa Messa di oggi, Sabato 29 aprile 2017, durante il proprio viaggio apostolico in Egitto. Il brano del Vangelo della celebrazione, parlava “dell’itinerario dei due discepoli di Emmaus che lasciarono Gerusalemme”. Un brano che per Papa Francesco “si può riassumere in tre parole: morte, risurrezione e vita”.
Il Santo Padre ha spiegato anche “La fede vera è quella che ci rende più caritatevoli, più misericordiosi, più onesti e più umani” ci porta ad amare tutti “senza distinzione e senza preferenze”, e ci fa vedere “nell’altro non un nemico da sconfiggere, ma un fratello da amare, da servire e da aiutare” Una fede che ha le proprie radici nella “cultura dell’incontro, del dialogo, del rispetto e della fratellanza”
Una fede che da a chi crede il “coraggio di perdonare chi ci offende, di dare una mano a chi è caduto”, ma anche di aiutare gli altri, e ci aiuta “a vestire chi è nudo, a sfamare l’affamato, a visitare il carcerato, ad aiutare l’orfano, a dar da bere all’assetato, a soccorrere l’anziano e il bisognoso (cfr Mt 25, 31 – 45)”. Perché una fede autentica ci spinge “a proteggere i diritti degli altri, con la stessa forza e con lo stesso entusiasmo con cui difendiamo i nostri”.
Una fede di questo tipo ha alla base un altro concetto, più volte espresso da Papa Francesco: l’umiltà. Perché “In realtà, più si cresce nella fede e nella conoscenza, più si cresce nell’umiltà e nella consapevolezza di essere piccoli”. Questa è la fede autentica, questa l’autentica coerenza dei credenti, una coerenza che non accetta estremismi, se non uno: nell’essere caritatevoli: “Dio gradisce solo la fede professata con la vita – ha infatti spiegato il Pontefice – perché l’unico estremismo ammesso per i credenti è quello della carità! Qualsiasi altro estremismo non viene da Dio e non piace a Lui!”
Il Santo Padre, prima della benedizione, ha poi voluto confortare e incoraggiare i fedeli presenti, in questi difficili momenti per l’Egitto e per i cristiani nel paese e altrove neo mondo: “Ora – ha affermato – come i discepoli di Emmaus, tornate alla vostra Gerusalemme, cioè alla vostra vita quotidiana, alle vostre famiglie, al vostro lavoro e alla vostra cara patria pieni di gioia, di coraggio e di fede. Non abbiate paura di aprire il vostro cuore alla luce del Risorto e lasciate che Lui trasformi la vostra incertezza in forza positiva per voi e per gli altri. Non abbiate paura di amare tutti, amici e nemici, perché nell’amore vissuto sta la forza e il tesoro del credente!”
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