De Michelis, presidente della casa editrice Marsilio, per Zaia era “un grande uomo di cultura, dagli interessi poliedrici, capace di guardare in faccia il futuro e di anticipare i tempi”
Il presidente della regione Veneto ha commentato con una nota ufficiale – di cui pubblichiamo su Fede e Ragione il testo integrale – la recente morte di Cesare De Michelis. Editore e accademico, De Michelis era nato a Dolo il 19 agosto 1943. Malato da diversi anni, è morto a Cortina d’Ampezzo, dove sta trascorrendo le vacanze, il 10 agosto del 2018, pochi giorni prima di compiere 75 anni.
Nel 1965 Cesare De Michelis era entrato nel capitale e nel consiglio di amministrazione della società editrice Marsilio con il fratello Gianni, politico socialista. La Marsilio era diventata una società per azioni, e oltre all’arrivo di nuovi soci, aveva cominciato a diversificare la propria linea editoriale. Da una produzione limitata alla saggistica, Marsilio aveva infatti cominciato ad occuparsi anche di politica, e a pubblicare romanzi, compresi quelli di giovani autori esordienti.
Con Cesare De Michelis scompare un grande veneto
“Con Cesare De Michelis scompare un grande veneto. Il suo nome è sinonimo di industria culturale, di della vera, e di capacità di visione. Per me, come per tutti, Cesare De Michelis significa Marsilio, la casa editrice di Venezia e del Veneto, cresciuta con lui a impresa editoriale di prestigio nazionale e internazionale”. Così il presidente del Veneto Luca Zaia, rende omaggio a Cesare De Michelis, studioso raffinato, docente universitario, giornalista e presidente della casa editrice Marsilio.
“Il Veneto perde un grande uomo di cultura – prosegue Zaia – dagli interessi poliedrici, capace di guardare in faccia il futuro e di anticipare i tempi. Veneziano, innamorato di Venezia, Cesare De Michelis ha sempre spinto lo sguardo più in là della difesa della storia, del prestigio della Serenissima, guardando con fiducia al progresso e dimostrando che la città può e deve ripensarsi continuamente, con le sue diverse anime, come centro di cultura e di ricerca, città universitaria e polo dell’arte contemporanea, come con l’avveniristico progetto “M9’. Il Museo del Novecento di cui aveva il coordinamento scientifico”.
“Ma il suo nome – prosegue il presidente del Veneto – resterà per sempre legato ai libri, alla letteratura e all’editoria: talent scout dei giallisti nordici. Come non ricordare il grande successo della trilogia di Stieg Larsson che lui seppe importare dalla Svezia ? De Michelis abbracciava uno sconfinato orizzonte di conoscenze e amori letterari che attraversava i secoli, da Aldo Manuzio, che fu il padre nobile della tipografia veneta e italiana e che lui fece ricordare con la grande mostra nelle Galleria dell’Accademia, a Carlo Goldoni, di cui curò l’edizione nazionale delle opere, al vicentino Goffredo Parise di cui ha fatto rivivere la ‘verve’ giornalistica presiedendo la giuria del premio a lui intitolato, fino alle giovani promesse della letteratura contemporanea, che De Michelis ha lanciato e incoraggiato firmando acute e sempre suggestive recensioni”.
“Ci mancherà e lo ricorderemo con rimpianto il prossimo 22 settembre a Treviso – conclude Zaia – alla consegna del premio Parise: lo ringrazieremo, ancora una volta, rendendo omaggio all’editore che ne guidava la giuria e che con il suo fiuto da ‘impresario della cultura’ e la sua sensibilità giornalistica ha contribuito anche quest’anno a guardare al meglio del giornalismo italiano e a selezionare bravi reporters, degni eredi della penna del maestro vicentino e capaci di attirare la curiosità intellettuale e la sensibilità di un uomo di cultura che scavalcava la tradizione in cerca di nuove competenze e saperi”.