La fisica statistica applicata alla biologia comportamentale, in uno studio CNR – ISTC e NASA
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Physical Review, spiega la ragione di egoismo e cooperazione nella società. È stato realizzato dall’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR – ISTC, in collaborazione con il Laboratorio di intelligenza artificiale della Nasa e Università di Cartagena – Colombia. Applicando modelli di fisica statistica, i ricercatori hanno determinato come regole e le norme sociali contribuiscono a rendere maggiormente collaborativa una società. In modo simile alle colonie di insetti come api o formiche.
Gli studiosi hanno rilevato come nelle società vi sia un punto critico – concetto derivato dalla fisica statistica -in base al quale è possibile determinare quanto gli individui di una società possano essere collaborativi o non voler collaborare. Ne emerge anche che la decisione degli individui di collaborare o meno, ha pure ovvi e inevitabili risvolti economici. Così come la violazione delle norme sociali può determinare l’esclusione dalla società stessa. Per individuare e capire meglio questo punto critico, e la sua influenza, grande importanza rivestono appunto le norme sociali. Pubblichiamo integralmente nota CNR – ISTC.
La fisica statistica spiega cooperazione ed egoismo
I gruppi umani possono raggiungere un punto critico simile a quello che caratterizza i sistemi biologici altamente organizzati, come quelli di api o formiche. Per la prima volta un modello di fisica statistica mostra il ruolo cruciale giocato dalle norme sociali nel favorire la cooperazione e la sua stabilità. Lo studio, al quale ha preso parte l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr, pubblicato su Physical Review
Una ricerca condotta dal Laboratorio di intelligenza artificiale della Nasa in collaborazione con l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche – Cnr Istc – di Roma e l’Università di Cartagena – Colombia, pubblicata sulla rivista Physical Review, ha messo in luce per la prima volta l’esistenza di un punto critico nei sistemi cooperativi umani, mostrando il ruolo cruciale giocato dalle norme sociali.
“Il concetto di punto critico è mutuato dalla fisica statistica”, spiega Giulia Andrighetto, ricercatrice Cnr – Istc “e indica lo stato di un sistema posto esattamente al confine tra due fasi differenti, che ha come caratteristica quella di aumentare l’adattabilità del sistema a perturbazioni esterne. Nel nostro lavoro mostriamo per la prima volta come anche gruppi di umani che cooperano possano raggiungere un punto critico: ciò avviene quando i membri, nei loro comportamenti, tengono in considerazione le norme sociali del gruppo”.
Per ottenere questo risultato il team di ricerca ha sviluppato un modello di fisica statistica della cooperazione umana. “Nel modello gli agenti decidono se cooperare o meno, bilanciando egoismo e aderenza alle norme sociali. In questo modo siamo stati in grado di riprodurre le scelte che i soggetti umani avevano preso in recenti esperimenti di laboratorio su larga scala condotti in Spagna da Gracia Lázaro e colleghi, nei quali veniva chiesto loro di partecipare al ‘dilemma del prigioniero’, il classico gioco usato per studiare la cooperazione che utilizza ricompensa di natura economica”, prosegue la ricercatrice del Cnr – Istc.
“I risultati del nostro lavoro confermano e forniscono un supporto sperimentale all’idea che gli esseri umani, decidendo se cooperare o meno, bilanciano i possibili guadagni economici e la conformità alle norme del gruppo. Infine, lo studio ha permesso di evidenziare l’esistenza di un punto critico nei sistemi cooperativi umani, rilevato fino ad ora solo in gruppi animali altamente sociali come le api o le formiche, caratteristica che aiuterebbe a spiegare la grande flessibilità e capacità di tali sistemi di adattarsi a cambiamenti esterni”.
Lo studio valuta quindi i meccanismi e le dinamiche che regolano gli individui in quanto animali sociali. “Ricerche di questo genere potrebbero fornire in futuro strumenti di governance utili per promuovere quel sottile equilibrio tra interesse individuale e collettivo che è alla base della cooperazione umana”, conclude Andrighetto.