Papa Francesco ha parlato nuovamente della necessità di lottare contro una società ipocrita, che tra slogan e apparenze toglie la dignità alle persone, e porta solo alla disperazione
Il Santo Padre ha ripreso questo tema nel proprio viaggio apostolico in Lituania, Lettonia e Estonia, che si sta svolgendo da sabato 22 a martedì 25 settembre 2018. E lo ha fatto in un luogo simbolo, il museo delle occupazioni e delle lotte per la libertà a Vilnius – Lituania, durante la propria visita domenica scorsa. «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» – Mt 27, 47. Questo il significativo brano del Vangelo di Matteo con cui il Pontefice ha iniziato il proprio discorso. È il grido di angoscia di Gesù sulla croce, immediatamente prima di morire.
“Il tuo grido, Signore – ha affermato Papa Francesco – non cessa di risuonare, e riecheggia tra queste mura che ricordano le sofferenze vissute da tanti figli di questo popolo. Lituani e provenienti da diverse nazioni hanno sofferto nella loro carne il delirio di onnipotenza di quelli che pretendevano di controllare tutto. Nel tuo grido, Signore, trova eco il grido dell’innocente che si unisce alla tua voce e si leva verso il cielo. È il Venerdì Santo del dolore e dell’amarezza, della desolazione e dell’impotenza, della crudeltà e del non senso che ha vissuto questo popolo lituano di fronte all’ambizione sfrenata che indurisce e acceca il cuore”.
Una crudeltà, questo il monito del Santo Padre, che abbiamo visto tante volte purtroppo nella storia. E che rischiamo di trovare ancora oggi, se non ci ricordiamo di combatterla. E di combattere contro una ideologia, una mentalità e una società che mettono al centro egoismi, individualismi, prevaricazione, disprezzo dell’uomo e della sua dignità. “In questo luogo della memoria – afferma infatti Papa Francesco – ti imploriamo, Signore, che il tuo grido ci mantenga svegli. Che il tuo grido, Signore, ci liberi dalla malattia spirituale da cui, come popolo, siamo sempre tentati: dimenticarci dei nostri padri, di quanto è stato vissuto e patito”.
Ricordare e avere coraggio per lottare per la Giustizia e la dignità e i diritti delle persone
Il Pontefice invita tutti noi a ricordare e ad avere coraggio. “Che nel tuo grido e nella vita dei nostri padri che tanto hanno sofferto possiamo trovare il coraggio di impegnarci con determinazione nel presente e nel futuro”, afferma infatti. Auspicando: “che quel grido sia stimolo per non adeguarci alle mode del momento, agli slogan semplificatori, e ad ogni tentativo di ridurre e togliere a qualsiasi persona la dignità di cui Tu l’hai rivestita. Signore, che la Lituania sia faro di speranza. Sia terra della memoria operosa che rinnova gli impegni contro ogni ingiustizia. Che promuova creativi sforzi nella difesa dei diritti di tutte le persone, specialmente dei più indifesi e vulnerabili. E che sia maestra nel riconciliare e armonizzare le diversità. Signore, non permettere che siamo sordi al grido di tutti quelli che oggi continuano ad alzare la voce al cielo”.