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Stampa 2019, Stampa gennaio 2019

Studio: possibile una terapia per l’intolleranza al glutine

La sensibilità e l’intolleranza al glutine sono un problema sempre più frequente. Uno studio realizzato da ricercatori italiani e francesi sembra offrire una speranza per coloro che ne soffrono. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica The EMBO Journal, con il titolo A pathogenic role for cystic fibrosis transmembrane conductance regulator in celiac disease. Pubblichiamo integralmente la nota ufficiale, diramata in questi giorni.

Mentre le mutazioni della proteina CFTR causano la fibrosi cistica, la sua inibizione può servire come bersaglio per affrontare la malattia celiaca. È quanto scaturisce da uno studio italo francese che coinvolge anche l’Università del Piemonte Orientale.

La celiachia è una grave malattia autoimmune dell’intestino. Si verifica quando le persone sviluppano sensibilità al glutine, una sostanza presente nel grano, nella segale e nell’orzo. Un gruppo di ricerca internazionale composto da scienziati italiani e francesi ha scoperto un nuovo attore molecolare nello sviluppo dell’intolleranza al glutine. La loro scoperta, pubblicata su The EMBO Journal – A pathogenic role for cystic fibrosis transmembrane conductance regulator in celiac disease – suggerisce potenziali obiettivi per lo sviluppo di approcci terapeutici per la malattia.

La celiachia può comparire in persone geneticamente predisposte, ma è scatenata da fattori ambientali. Quando le persone affette da celiachia mangiano glutine, il loro sistema immunitario innesca una risposta contro le cellule del loro stesso corpo, danneggiando la superficie mucosa dell’intestino tenue. Circa 1 persona su 100 soffre di celiachia, ma la prevalenza è circa tre volte superiore nei pazienti che soffrono anche di fibrosi cistica. «Questa co-occorrenza ci ha fatto intuire una connessione tra le due malattie a livello molecolare», ha detto Luigi Maiuri, professore ordinario di Pediatria all’Università del Piemonte Orientale e ricercatore dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, che ha condotto la ricerca insieme a Valeria Raia – Università “Federico II” di Napoli e Guido Kroemer – Università di Parigi “Descartes”, Francia.

La fibrosi cistica è caratterizzata dall’accumulo di muco spesso e viscoso nei polmoni e nell’intestino del paziente. È causata da mutazioni del gene CFTR – Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator che regola il passaggio dei fluidi dall’interno all’esterno delle cellule che rivestono molti organi del nostro corpo. CFTR è una proteina per il trasporto di ioni e svolge un ruolo primario nel mantenimento della fluidità del muco: quando questo processo non funziona correttamente il muco diventa più viscoso, ristagna e predispone il paziente a infezioni respiratorie, infiammazione polmonare e insufficienza respiratoria. Inoltre, il malfunzionamento del CFTR innesca reazioni anche nell’intestino attraverso l’attivazione del sistema immunitario. Questi effetti sono molto simili alle risposte innescate dal glutine nei pazienti celiaci. Maiuri, Kroemer e i loro colleghi hanno esaminato più da vicino i fondamenti molecolari di queste somiglianze.

Il glutine è difficile da digerire, per cui parti proteiche relativamente lunghe – peptidi – entrano nell’intestino. Utilizzando linee cellulari intestinali umane sensibili al glutine, i ricercatori hanno scoperto che uno specifico peptide, il P31-43, si lega direttamente al CFTR e ne compromette la funzione. Questa interazione scatena lo stress cellulare e l’infiammazione, suggerendo che la CFTR gioca un ruolo centrale nella mediazione della sensibilità al glutine nei pazienti celiaci.

Inoltre, l’interazione tra P31-43 e CFTR può essere inibita da un potenziatore della CFTR, chiamato VX-770 – Ivacaftor, utilizzato nella terapia di pazienti con Fibrosi Cistica. Quando cellule intestinali o campioni di tessuto prelevati da pazienti celiaci sono stati pre-incubati con VX-770 prima di essere esposti a P31-43, il peptide non ha provocato una reazione immunitaria. Pertanto, il VX-770 protegge le cellule epiteliali dagli effetti dannosi della gliadina, una componente del glutine. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che il VX-770 protegge i topi sensibili al glutine dalle manifestazioni intestinali indotte dalla ingestione di glutine.

«Non esiste ancora alcuna cura per la celiachia, sottolinea il professor Maiuri. Allo stato attuale l’unica strategia terapeutica è quella di mantenere una rigorosa dieta priva di glutine. Tuttavia, lo studio attuale è un passo promettente verso lo sviluppo di un trattamento. Suggerisce che i potenziatori CFTR, che sono stati sviluppati per trattare la fibrosi cistica, possono anche essere esplorati come punto di partenza per lo sviluppo di un rimedio per la celiachia.»

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