Quelli che vedete in questo articolo sono solo due dei meme che girano da qualche anno sui social, e che contestano i sindacati, affermandone il distacco dalla realtà dei lavoratori.
Li avevo già visti, insieme ad altri, e me li ha girati oggi un collega per sorridere e riflettere sopra il 1 Maggio. Una Festa dei Lavoratori, festeggiata naturalmente anche da esponenti sindacali non sempre sostenuti dagli stessi lavoratori che dovrebbero rappresentare. Rappresentanti che rappresentano sempre meno, possiamo dire. In una realtà sociale e economica, come quella italiana, in cui l’idea stessa di sindacato è in discussione. Ne scrivo come rappresentante sindacale io stesso, almeno ad oggi.
Attualmente, dopo non poche difficoltà strumentali, da noi non volute, ho buoni rapporti – almeno ufficiali … – con la cosiddetta triplice: Cgil, Cisl e Uil. Anche con il più recente sindacato autonomo USB, che pure si colloca ancora più distante da alcune nostre posizioni. Mi auguro, pure per questo, che trovino tutti modo per sorridere come ho fatto io. Cogliendo soprattutto il riferimento al distacco tra sindacati e lavoratori, e a ciò che purtroppo molti pensano delle organizzazioni sindacali e dei loro esponenti.
Sono infatti meme social che manifestano indiscussi dissenso e protesta. Perché obiettivamente è sempre più difficile difendere i lavoratori. Che spesso preferiscono difendersi pure da soli, sperando di avere nel confronto individuale con le aziende maggiori chance e meno penalizzazioni. E perché dai lavoratori stessi, a volte anche dai mezzi di informazione, veniamo a sapere di vicende in cui i sindacati non hanno saputo difenderli adeguatamente o peggio. Meme e dissenso su cui riflettere quindi e sorridere.
Come ho sorriso e riflettuto – però non ho trovato mie “responsabilità” … – pochi anni fa. Quando dopo le precedenti elezioni Rsu alcuni “avversari” e loro associati avevano cominciato molto più pesantemente a darmi del fascista – e non per scherzo. Solo perché ero iscritto e rappresentante di base UGL … . Una equazione, quella UGL = fascisti, che ascolto ancora troppo spesso. E che sembra sia un semplice refrain di troppi in Italia. E un metodo semplice, ma non corretto e anzi direi pure illegale, per fare opposizione sindacale.
Certo, qualche collega UGL collocato più a destra del sottoscritto, direbbe che non è un problema e anzi se ne farebbe un vanto. Però essendo io un moderato non posso accettare di essere definito in questo modo. Come non posso accettare che siano questi gli argomenti portati per delegittimare politicamente il sottoscritto e il sindacato a cui appartengo. Come non accetto comunque le facili e false equazioni miranti a isolare e discriminare … . Le idee politiche a mio avviso sono una cosa differente, e non possono mai mettere in discussione l’impegno indiscusso per i lavoratori, che si sia di destra, sinistra o di qualsiasi altro presunto “colore”.
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