Innovazione nella ricerca spaziale: l’Agenzia spaziale statunitense ha individuato due tra le proposte ricevute per l’utilizzo di nuove tecnologie per lo studio scientifico dello spazio.
La Nasa ha spiegato che questi due progetti innovativi – finanziati con 400.000 dollari ciascuno – saranno applicati in future missioni. Sono parte del programma Sonde terrestri eliofisiche, gestito dal Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, Maryland. Questo programma prevede tra l’altro di migliorare la previsione di “eventi meteorologici spaziali che possono influenzare gli astronauti e i veicoli spaziali, come ad esempio le espulsioni di massa coronali – CME”. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito ufficiale Nasa Heliophysics.
La Nasa ha valutato i progetti per il “potenziale valore tecnologico e scientifico” e per “la realizzabilità progettuale e di sviluppo”. Saranno valutati per nove mesi, dopo tale periodo la Nasa ne sceglierà uno, che verrà collocato a bordo della sonda spaziale Interstellar Mapping and Acceleration Probe IMAP, che partirà nell’ottobre del 2024.
I due progetti selezionati: Tecnologie per l’eliofisica – SETH e Incrociatore Solare
SETH – Science Enabling Technologies for Heliophysics prevede lo sviluppo di due tecnologie innovative. Il Il principal investigator di SETH è Antti Pulkkinen, del Goddard Space Flight Center Nasa a Greenbelt, nel Maryland.
- Una tecnologia per la comunicazione ottica tra piccoli satelliti – SmallSat e CubeSat – che semplificherà e velocizzerà di cento volte la trasmissione dati nello spazio, riducendo i costi.
- HELio Energetic Neutral Atom – HELENA: un rilevatore di atomi neutri energetici solari e di onde di energie e altre particelle dal Sole. Questo strumento aiuterà ad evitare “potenziali minacce di radiazioni spaziali che potrebbero colpire gli astronauti”.
Anche il progetto Incrociatore solare – Solar Cruiser prevede di sviluppare due differenti tecnologie, che daranno un’impulso all’esplorazione spaziale. Sarà possibile costruire navi spaziali che potranno muoversi con grandi velocità e costi ridotti, rispetto alla attuali tecnologie. Il principal investigator di Solar Cruiser è Les Johnson, del Marshall Space Flight Center Nasa a Huntsville, Alabama.
- La prima tecnologia è una vela solare di circa 18.000 piedi quadrati – circa 1672 metri quadri – che utilizzerà “la radiazione solare come sistema di propulsione”. Un tale sistema potrebbe fornire viste del Sole non facilmente accessibili con la tecnologia attuale.
- La seconda tecnologia, lo strumento coronagraph, sarà utilizzata per “misurazioni simultanee della struttura del campo magnetico del Sole e della velocità delle espulsioni di massa coronale, o CME”.
Nasa: i vantaggi di questi progetti innovativi
Peg Luce, vicedirettore della divisione di eliofisica della Nasa, ha così commentato la notizia: “questa è la prima volta che il nostro programma di eliofisica ha finanziato questo tipo di esperimento tecnologico”. Luce ha anche spiegato che questa innovazione darà “l’opportunità di sviluppare e testare tecnologie nello spazio profondo”. Un “passo cruciale verso l’integrazione di nuove tecnologie nelle missioni future.” La divisione eliofisica della Nasa ha l’obiettivo di “comprendere meglio la natura dello spazio in tutto il sistema solare” e di capire come tale spazio “cambia in risposta al costante flusso di energia e particelle dal Sole e come interagisce con le atmosfere planetarie”.
Mentre Thomas Zurbuchen, amministratore associato della direzione della missione scientifica della Nasa, ha così sintetizzato l’innovazione tecnologica degli SmallSats e CubeSat: “Concentrandoci su SmallSats e capitalizzando i risparmi sui costi della condivisione di un lancio, possiamo testare e far avanzare tecnologie all’avanguardia a un prezzo ragionevole”. La Nasa, spiega Zurbuchen, ha un ruolo leader nello sviluppo di questa “soluzione innovativa per testare nuovi paradigmi e tecnologie di missione”. Allo stesso tempo l’agenzia spaziale statunitense si aspetta di “ottenere grandi vantaggi” per il futuro studio dello spazio.
Nell’immagine – credits ESA / NASA / SOHO – ripresa dall’Osservatorio solare ed eliosferico il 27 febbraio del 2000, una espulsione di massa coronale – CME del Sole.