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Innovazione e ricerca

Nature: osservati burst di raggi gamma ad energie inaspettate

Ne parlano tre articoli pubblicati questo mese sulla rivista scientifica Nature. I burst di raggi gamma hanno emesso fotoni ad energie fino ad oggi mai osservate.

Le osservazioni forniranno informazioni utili per capire meglio i processi che producono tali eventi energetici. Gli articoli riportano il rilevamento di emissioni di oltre 100 gigaelettronvolts da due lampi di raggi gamma denominati GRB 190114C e GRB 180720B. È stato scoperto che GRB 190114C, identificato a gennaio 2019, emette fotoni ad altissima energia nell’intervallo 0,2-1 teraelettronvolt da circa un minuto dopo lo scoppio. In due articoli, Razmik Mirzoyan e colleghi hanno analizzato i dati provenienti da più telescopi per determinare il meccanismo responsabile di questa emissione.

Le osservazioni riportate in questi due articoli “suggeriscono che i fotoni sono dispersi dagli elettroni, aumentando la loro energia, un processo noto come scattering Compton inverso”. In un terzo articolo, Edna Ruiz Velasco e colleghi riportano l’osservazione di fotoni con energie di 100 – 440 gigaelettronvolts nel bagliore successivo, dieci ore dopo l’emissione iniziale di GRB 180720B, che è stata originariamente rilevata a luglio 2018. Anche loro attribuiscono questi risultati all’inverso dello scattering Compton .

Il ricercatore Bing Zhang l’ha descritta come una scoperta epocale, “sia per la ricerca sulle osservazioni di scoppio di raggi gamma in generale – che si sono rivelati sfuggenti per i telescopi progettati per rilevare esplosioni ad alte energie – sia per gli sforzi per determinare i meccanismi responsabili di questi eventi”. Zhang ha spiegato che “si aspetta che in futuro verranno osservate più emissioni di scoppio di raggi gamma ad alte energie, il che suggerisce che potrebbe rivelare tesori per i miei ricercatori“.

Articolo: Observation of inverse Compton emission from a long γ ray burst. Osservazione dell’emissione Compton inversa da un lungo raggio γ. Doi 10.1038 / s41586-019-1754-6. Nature 575, 2019, pagine 459 – 463.

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