Coronavirus: ipotesi di permanenza del virus per 48 ore sull’acciaio e 72 ore sulla plastica. Per l’ISS però il contagio dalle superfici è molto improbabile.
Queste alcune delle permanenze del Coronavirus emerse da uno studio statunitense. I dati scientifici sono stati commentati e spiegati sul sito web MedicalFacts dai virologi Roberto Burioni e Nicasio Mancini. Tra i materiali con la minore permanenza sono citati il rame e il cartone, come spieghiamo nello schema. I due esperti spiegano pure che sono dati scientifici che dovranno essere confermati da altri esperimenti.
- il rame: dimezzamento della capacità infettiva del Coronavirus in meno di 2 ore. Azzeramento completo in 4 ore.
- cartone: dimezzamento della capacità infettiva del Coronavirus in meno di 5 ore. Azzeramento completo in 24 ore.
Tra i materiali con prolungata permanenza del Coronavirus troviamo invece acciaio e plastica. Il rischio di contagio si riduce progressivamente giorno per giorno, però si azzera solo dopo 48 ore per l’acciaio e 72 ore per la plastica.
- acciaio: dimezzamento dopo 6 ore. Totale azzeramento totale in 48 ore.
- plastica: dimezzamento dopo circa 7 ore. Totale azzeramento in 72 ore.
Il commento di Roberto Burioni e Nicasio Mancini.
“La recentissima comunicazione presentata da colleghi statunitensi ha valutato non solo la capacità del virus di permanere nel tempo su varie tipologie di superfici ma, cosa ancora più importante, ne ha valutato la conseguente capacità di infettare. Questo è molto importante, in quanto confermerebbe come un modo importante di trasmissione del virus sia quello ‘indiretto’ attraverso le nostre mani. Tocchiamo superfici contaminate e, inavvertitamente, ci infettiamo portando le mani alla bocca, nel naso o negli occhi”.
“In ogni caso, e a maggior ragione – sottolineano Burioni e Mancini – noi continuiamo con il solito mantra: isolamento sociale (nostro), massima igiene delle mani e delle superfici (ricordiamo che il virus è completamente inattivato da acqua e sapone e da altri detergenti) ed evitiamo di toccarci (e farci toccare) il viso. Avremo modo di rifarci quando tutto questo sarà finito”.
L’Istituto Superiore di Sanità: il contagio dalle superfici è molto improbabile.
Coronavirus: l’eventuale contagio dalle le superfici di oggetti in plastica, ad esempio cibi confezionati, “è una possibilità che non possiamo escludere ma che è altamente improbabile”. Lo ha spiegato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Il problema reale, ha spiegato Brusaferro, è “garantire sempre un’igiene adeguata” delle mani e delle superfici con cui si arriva in contatto.
Brusaferro ha pure spiegato che gli studi attuali “mostrano come il virus può sopravvivere da qualche ora a qualche giorno laddove su queste superfici rimangano completamente protetti o non vengano esposti a pulizia a opere di disinfezione o a fenomeni naturali come sole e pioggia. Ma sappiamo anche che è molto sensibile ai disinfettanti a base di cloro e alcol e che si trasmette attraverso droplet o contatto attraverso mano”.