Il problema delle fake news era già grave prima che arrivasse questa pandemia, e la necessità di opportune misure di contenimento.
Come alcuni di voi sanno, tra le mission del progetto Fede e Ragione c’è l’analisi critica dei mezzi di comunicazione, di intrattenimento e di informazione giornalistica: social compresi. Vedi quanto scrivevamo già nel 2019, invitando i lettori a segnalare fake news presenti su vari mezzi di comunicazione, social network in particolare: Fede e ragione: fake news, televisione, cinema, social, segnalate. Dallo scorso anno il problema fake news non è migliorato.
Anzi, nell’emergenza Coronavirus, come in altre simili epidemie o pandemie – vedi pure Sars – i problemi diventano più gravi. E diventa necessario bloccare le fake news e i relativi flussi trasmissivi. Perchè le fake news non sono solo un problema culturale o di astratta correttezza dell’informazione. Le fake news provocano enormi danni reali: all’economia di una nazione, alla sicurezza sociale e dei suoi cittadini. E alla loro salute. Perché raccontare ad esempio dell’inesistenza di un rischio epidemia, o persino di presunti complotti, aumenta esponenzialmente la probabilità di contagi nella popolazione.
Per capire quanto sia grave questo problema delle fake news sull’emergenza Coronavirus – Covid19, quanto consideriamo necessario parlarne, e come stanno intervenendo ad esempio Governo, Istituto Superiore di Sanità, MIUR, Ordine de Giornalisti, basterebbe leggere questi articoli pubblicati da Fede e Ragione soltanto dal 17 febbraio 2020 al 30 marzo 2020.
- ISS: Coronavirus – Covid19, 10 regole contro le fake news e per un uso corretto dei farmaci
- Coronavirus: le giornaliste italiane contro le fake news
- L’ISS contro le nuove fake news su Coronavirus e Covid19
- OdG: Libero deferito a consiglio di disciplina. Audizione CNOG alla Camera sulle fake news.
- Miur: Coronavirus, attenersi a notizie ufficiali e evitare informazioni non verificate
- No a infodemia, fake news e ricerca spasmodica di scoop su Covid19 e Coronavirus
- Coronavirus e fake news: il manifesto – decalogo di ISS e Ministero della Salute
- ISS e Ministero Salute: aggiornamenti e decalogo su Coronavirus
I social network come megafono delle fake news, Whatsapp, Telegram e Zoom in particolare.
Sono proprio i social network, potenziale strumento di democrazia diretta, partecipata e non mediata, ad essere i maggiori diffusori di fake news. Perché raggiungono, in modi virali, audiences più frammentate dei mezzi di comunicazione tradizionali. E su canali che possono pure essere nascosti: gruppi e profili privati di Facebook ad esempio, e soprattutto chat private come Whatsapp, Telegram e Zoom. In questi ambiti – strumento privilegiato di bulli, stalker e mobber nelle loro versioni cyber – le interazioni sono private appunto, invisibili alle altre persone, e su gruppi teoricamente ancora più ridotti.
È questa una delle ragioni che ci hanno spinto, alcuni giorni fa, a creare una Petizione su Change.org, indirizzata a Mark Zckerberg: Vogliamo che Facebook, Instagram e Whatsapp blocchino bullismo, molestie e cyber stalking. Perché sempre di fake news – notizie false si tratta. In questi casi create ad hoc e mirate per colpire e distruggere reputazione personale e professionale, relazioni e affetti delle vittime di bullismo, mobbing e stalking – e forme di bullismo degli adulti. Petizione che come abbiamo già spiegato annunciandola, si affianca all’altra, connessa, per una Legge contro mobbing e mobber e a sostegno delle vittime.
Come possiamo combattere le fake news e le forme di bullismo, stalking e diffamazione sui social network nell’emergenza Coronavirus ?
Ovviamente è necessario tenere traccia delle fake news su questioni mediche e sanitarie, epidemiologiche o di altro tipo. Ad esempio, citando alcune delle questioni più raccontate e falsate proprio nelle fake news:
- possibili rischi e fonti di contagio;
- effettiva pericolosità per la vita delle persone affette da Coronavirus – Covid19;
- misure di prevenzione: mascherine, igiene personale, guanti;
- contagiosità di persone, animali, superfici;
- flussi e diffusione del contagio;
- alimentazione, vitamine, farmaci;
Allo stesso modo è necessario intervenire per forme di cyber stalking e cyber bullismo, come poi in realtà già avviene in casi di denuncia. È poi necessario tracciare i flussi di fake news: chi le crea; chi le diffonde e a quali persone o gruppi di persone; chi le rilancia. E bloccarli, sanzionando a nostro avviso pure in vari modi chi si rende colpevole di comportamenti come quelli citati: che si tratti di fake news o di bullismo o stalking.
Esistono già da alcuni anni app per combattere e fake news, e per esserne informati.
Una di queste, ScaNews, dal 2019 si occupa proprio di lotta alle fake news in ambiti medici e sanitari. L’app è una creazione di TakedaScan, la app-hub gratuita di Takeda Italia, che nel marzo dello scorso anno è stata implementata con un modulo dedicato al contrasto delle fake news. O per citare alcune App del mondo Ios, dall’App Store di Apple:
- Fake News and Charts, di Malek Dudakov
- Fake News Analyzer
- Newstrition, di Our News
- Fakealertness
Sarebbe sufficiente quindi spingere le persone ad utilizzarle. E nel caso incoraggiare gli sviluppatori a implementarle e perfezionarle: con maggiore attenzione e efficienza ad esempio alle fake news in ambito epidemiologico e virologico.
Coinvolgere i responsabili dei social network e i decisori politici e istituzionali.
Per combattere efficacemente le fake news – così come bullismo, stalking e mobbing nelle loro versioni cyber – 2.0 potremmo dire … è però necessario anche coinvolgere i responsabili dei social network. Proprio per tale ragione la nostra petizione contro bullismo, molestie e cyber stalking ne social network, è stata indirizzata – pure simbolicamente – proprio a Mark Zuckerber, fondatore di Facebook, e della società a cui fanno capo pure Whatsapp e Instagram. E coinvolgere i decisori politici e istituzionali, e le parti – sane – della società, interessate a tali problemi direttamente, indirettamente o per spirito civico, senso di Giustizia e solidarietà. Coinvolgendo ovviamente anche le scuole: insegnanti, studenti e genitori.