A margine dell’udienza generale di ieri, mercoledì 12 maggio 2020, Papa Francesco ha invitato i fedeli di tutte le religioni, e anche i non credenti, a pregare oggi per la fine della pandemia da Coronavirus – Covid19.
Il Pontefice ha salutato ieri “i fedeli di lingua araba che seguono questo incontro attraverso i mezzi di comunicazione sociale”. Sottolineando che “la preghiera è il modo per comunicare e per ascoltare Dio”. Con tale “spirito” Papa Francesco ha “accolto l’invito dell’Alto Comitato della Fratellanza Umana per dedicare la giornata” di oggi 14 maggio 2020, “alla preghiera, al digiuno e alle opere di carità”.
Il Papa ha invitato e incoraggiato “tutti a unirsi a questo evento. Uniamoci come fratelli – ha esortato – nel chiedere al Signore di salvare l’umanità dalla pandemia, di illuminare gli scienziati e di guarire i malati. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!”
Papa Francesco, salutando i fedeli polacchi, ha anche ricordato la celebrazione, ieri, della “memoria liturgica della Madonna di Fatima”. Tornando con il “pensiero alle sue apparizioni e al suo messaggio trasmesso al mondo, come anche all’attentato a san Giovanni Paolo II, che nella salvezza della sua vita vedeva l’intervento materno della Vergine Santa”.
Il Pontefice ha inviato a pregare “Dio, per intercessione del Cuore Immacolata di Maria”, per la pace nel mondo, “la fine della pandemia, lo spirito di penitenza e la nostra conversione”. Papa Francesco ha anche ricordato che lunedì 8 maggio celebreremo centesimo anniversario della nascita di San Giovanni Paolo II. Il Papa celebrerà la Messa del mattino, “davanti all’altare della tomba”. “Ringraziamo Dio – ha affermato Papa Francesco – di averci dato questo Vescovo a Roma, Santo Vescovo, e chiediamo a lui che ci aiuti: che aiuti questa Chiesa di Roma a convertirsi e ad andare avanti. Di cuore vi benedico.”
La preghiera appartiene a tutti: a chi crede e a chi non ha fede.
“La preghiera – ha affermato Papa Francesco . appartiene a tutti: agli uomini di ogni religione, e probabilmente anche a quelli che non ne professano alcuna. La preghiera nasce nel segreto di noi stessi, in quel luogo interiore che spesso gli autori spirituali chiamano “cuore” (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 2562-2563)”.
La preghiera quindi “non è qualcosa di periferico, non è qualche nostra facoltà secondaria e marginale, ma è il mistero più intimo di noi stessi. È questo mistero che prega. Le emozioni pregano, ma non si può dire che la preghiera sia solo emozione. L’intelligenza prega, ma pregare non è solo un atto intellettuale. Il corpo prega, ma si può parlare con Dio anche nella più grave invalidità. È dunque tutto l’uomo che prega, se prega il suo cuore”.
La preghiera come slancio: una invocazione a Dio che va oltre i nostri limiti umani.
“La preghiera – ha affermato Papa Francesco – è uno slancio, è un’invocazione che va oltre noi stessi: qualcosa che nasce nell’intimo della nostra persona e si protende, perché avverte la nostalgia di un incontro. Quella nostalgia che è più di un bisogno, più di una necessità: è una strada. La preghiera è la voce di un io che brancola, che procede a tentoni, in cerca di un Tu. L’incontro tra l’io e il Tu non si può fare con le calcolatrici: è un incontro umano e tante volte si procede a tentoni per trovare il Tu che il mio io sta cercando”.
La preghiera cristiana come rivelazione di Dio.
“La preghiera del cristiano – spiega Papa Francesco – nasce invece da una rivelazione: il Tu non è rimasto avvolto nel mistero, ma è entrato in relazione con noi”. E “il cristianesimo è la religione che celebra continuamente la manifestazione di Dio, cioè la sua epifania”. Link sito Vaticano.