Questo il tema dell’edizione 2020 della World Press Freedom Conference, l’evento dedicato annualmente alla libertà di stampa.
Giornalismo senza paura o favori, spiegano gli organizzatori, è una frase di Adolph S. Ochs, fondatore del moderno New York Times. La World Press Freedom Conference 2020 vuole “promuovere l’idea di un giornalismo “libero, sicuro e indipendente” e e che deve essere protetto “da forme nuove ed esistenti di controllo, pressione e influenza indesiderate”. Spesso attuate pure con minacce e altre forme di paura.
Senza dimenticare dal 2006 al 2019, secondo analisi Unesco, nel mondo sono stati uccisi più di 1.100 giornalisti. E che solo un caso su dieci è stato risolto giudizialmente. Con un “livello di impunità per i crimini contro i giornalisti”, che “rimane terribilmente alto”. Tale situazione, e le minacce attuate costantemente contro il libero giornalismo, creano “un clima di paura in molte parti del mondo, che in definitiva è dannoso per la libera circolazione di idee e opinioni da parte sia dei media che dei cittadini in generale”.
Un attacco continuo e sistematico contro l’indipendenza, la sicurezza e la libertà del giornalismo e dei mezzi di informazione, “sotto attacco in così tanti paesi, e con la pandemia COVID-19 che rivela ancora una volta quanto sia importante un giornalismo libero, sicuro e indipendente”. E quanto sia più importante che mai e necessario in momenti come questo.
La World Press Freedom Conference 2020 vuole inoltre “garantire che i giornalisti possano lavorare liberamente, in sicurezza e in modo indipendente, ora e in futuro.
Questi i principali argomenti affrontati, insieme a questioni attuali come il ruolo del giornalismo e i problemi derivanti di giornalisti dalla crisi COVID-19.
- Indipendenza editoriale e media al servizio del potere.
- Diversità e inclusione nei media.
- Giornalismo e media indipendenti nell’era digitale.
- Porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti e migliorare la sicurezza dei giornalisti.