La centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata colpita durante l’attacco russo, ma i livelli di radioattività sarebbero normali.
La centrale, situata nell’Ucraina centrale, è stata colpita durante l’avanzata dell’esercito russo, che dopo alcune ore di combattimenti ne ha preso il controllo. L’attacco avrebbe causato un incendio poi domato dai vigili del fuoco ucraini, ma non ci sarebbe per fortuna pericolo di fuga di radiazioni, o rischio di esplosioni, e i livelli di radiazioni sarebbero normali. L’unità colpita, la numero 1, non è operativa.
L’accaduto mostra comunque quale sia il grave rischio del protrarsi di questa guerra, oltre alle migliaia di morti già causati, tra cui centinaia di civili e decine di bambini, e le sofferenze della popolazione. E i danni all’economia di Ucraina e Russia e all’economia internazionale.
I vigili del fuoco ucraini sono riusciti ad intervenire e a domare l’incendio dopo una fase iniziale in cui perdurava l’attacco e non potevano quindi avvicinarsi. La centrale di Zaporizhzhia attualmente è stata messa in sicurezza. Una eventuale esplosione di un reattore, hanno affermato i responsabili dell’impianto nucleare, avrebbe causato un danno dieci volte peggiore dell’incidente del reattore di Chernobyl, verificatosi il 26 aprile del 1986.
La centrale di Zaporizhzhia, la più grande in Europa e la quinta centrale più grande al mondo, è situata presso la città di Enerhodar, nell’Oblast di Zaporizhzhia, sulle sponde del bacino idrico di Kachovka, sul fiume Dnepr. È costituita di sei reattori di tipo VVER1000 per 5.700 MW, che producono oltre un quinto dell’elettricità totale dell’Ucraina, e la metà dell’elettricità da fonte nucleare.