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Lavoro

Il mercato del lavoro in Italia

Il mercato del lavoro: dati e analisi

Il mercato del lavoro: dati e analisi, pubblicato il numero di marzo 2022.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato online l’analisi del mercato del lavoro nel mese di marzo 2022. Lo studio è stato elaborato come di consueto dal ministero, dalla Banca d’Italia e dall’ANPAL, tramite due differenti fonti informative: le Comunicazioni obbligatorie e le Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro. La prima base dati, comunica il dicastero del Lavoro, è aggiornata al 28 febbraio 2022, la seconda al 31 gennaio 2022. Questi i punti principali, per le informazioni complete è possibile consultare il report – pdf pubblicato alla fine dell’articolo.

L’occupazione dipendente continua a crescere, frenano però i servizi

Nei primi due mesi del 2022 il saldo tra assunzioni e cessazioni è risultato positivo: circa 22.000 posti di lavoro, in linea con i valori del 2019. Il numero di contratti attivati è pertanto quasi tornato sul sentiero di crescita precedente la crisi sanitaria.

Al netto degli effetti stagionali – particolarmente significativi tra la fine di dicembre, quando numerosi contratti giungono al termine, e l’inizio di gennaio, quando ne vengono attivati di nuovi – si evidenzia una lieve flessione del numero di posti di lavoro creati rispetto agli ultimi mesi del 2021. Il rallentamento è stato più marcato in alcuni comparti dei servizi e in particolare nel commercio e nel turismo, penalizzati dai nuovi timori di contagio e dalle restrizioni connesse con la diffusione della variante Omicron. Il numero di attivazioni nette nell’industria è rimasto su livelli sostanzialmente simili a quelli dei mesi precedenti.

Rallenta il lavoro a termine, continua la crescita del lavoro a tempo indeterminato.

All’inizio del 2022 si è indebolita la dinamica degli impieghi a termine che aveva trainato la ripresa nel 2021; i rapporti di lavoro a tempo determinato continuano tuttavia a rappresentare circa la metà delle attivazioni nette. Prosegue l’andamento negativo dell’apprendistato mentre si mantengono sui valori raggiunti alla fine del 2021 le attivazioni di contratti a tempo indeterminato, incluse le trasformazioni di impieghi già esistenti (esclusi i fattori stagionali.

Con la progressiva rimozione dei vincoli introdotti durante le fasi più acute della pandemia, sono cresciute anche le cessazioni di contratti a tempo indeterminato, pur evidenziando dinamiche eterogenee tra settori. Al netto dei fattori stagionali, tra gennaio e febbraio i licenziamenti sono stati in media 40.000 al mese (erano quasi 50.000 prima della pandemia); sono tornati sui livelli pre-pandemici nei servizi, mentre sono rimasti contenuti nell’industria, dove la fase ciclica ancora positiva ha sospinto le dimissioni e le transizioni da un impiego all’altro.

È proseguita la crescita dell’occupazione maschile e quella delle regioni del Centro Nord

All’inizio dell’anno la crescita dell’occupazione femminile si è quasi azzerata, risentendo della flessione della domanda di lavoro in alcuni dei settori in cui è maggiore la presenza delle donne, come il turismo e il commercio. L’andamento positivo della manifattura e delle costruzioni continua a offrire opportunità di impiego rivolte soprattutto agli uomini.

Il rallentamento dei primi mesi del 2022 ha interessato sia il Centro Nord sia il Mezzogiorno, con andamenti eterogenei tra le diverse zone del Paese. Nelle aree centrali e settentrionali la crescita dell’industria ha sostenuto la domanda di lavoro, ma la recrudescenza dei contagi ha penalizzato il turismo invernale, concentrato nelle aree montane.

Per la consultazione del report integrale: Il mercato del lavoro: dati e analisi.
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