Studio svizzero: un peggioramento delle disuguaglianze di genere durante la pandemia Covid-19:
Lo spiega uno studio della Commissione federale per le questioni femminili – CFQF, che ha anche pubblicato alcune raccomandazioni
Realizzato da Heidi Stutz, Severin Bischof e Lena Liechti, lo studio è stato pubblicata Lunedì scorso, in un periodo in cui il picco della pandemia da COVID-19 sembra alle spalle, dopo la revoca delle restrizioni e dello stato di emergenza. È tempo quindi, spiega il Consiglio Federale, “di tracciare un bilancio anche dalla prospettiva di genere”. La Commissione federale per le questioni femminili – CFQF ha quindi studiato l’evoluzione delle disuguaglianze di genere nel precedente periodo, e ha elaborato specifiche raccomandazioni per il futuro.
Già all’inizio della pandemia è parso evidente che la crisi non colpiva donne e uomini allo stesso modo. Da un giorno all’altro, settori professionali con un’elevata quota femminile tra cui quello delle cure o dell’accudimento dei bambini sono stati riconosciuti come essenziali. La chiusura delle scuole e l’obbligo del telelavoro hanno messa a dura prova l’organizzazione delle famiglie.
In questa situazione, la Commissione federale per le questioni femminili CFQF ha incaricato il Büro BASS di effettuare un’analisi dell’impatto di genere per stabilire quali effetti hanno avuto le misure di protezione e gli aiuti della Confederazione sulla vita professionale e familiare, come ha inciso la pandemia sull’occupazione, sul reddito e sulla ripartizione delle mansioni familiari, e se donne e uomini hanno usufruito in ugual misura degli aiuti della Confederazione.
Lo studio «Genderspezifische Effekte der staatlichen Massnahmen zur Bekämpfung des Coronavirus Covid-19» [Effetti di genere delle misure statali per combattere il COVID-19] dà una risposta a tutti questi interrogativi. L’obiettivo è quello di trarre insegnamenti e formulare raccomandazioni in vista di future crisi.
Le misure anti COVID-19 hanno rafforzato squilibri di genere esistenti
L’analisi si è concentrata dapprima sull’impatto delle misure restrittive come la chiusura degli asili nido e delle scuole o l’obbligo del telelavoro sugli uomini e sulle donne. Come in altri Paesi, anche in Svizzera la chiusura delle strutture per la custodia extra-familiare dei figli e degli istituti di formazione ha rafforzato la ripartizione di genere del lavoro.
Le donne si sono fatte maggiormente carico dell’accudimento dei bambini e hanno ridotto la loro attività professionale. Inoltre, l’obbligo del telelavoro ha in parte acuito i conflitti legati alla conciliabilità soprattutto laddove le condizioni quadro dell’home office non erano regolamentate e bisognava nel contempo occuparsi dei figli.
I perdenti della pandemia sono le donne con i gradi di occupazione più bassi, le economie domestiche con redditi bassi e il personale domestico
In Svizzera, grazie alla buona situazione economica e alla pronta decisione della Confederazione di erogare aiuti finanziari, è stato possibile mantenere molti posti di lavoro. Tuttavia, in alcuni settori l’occupazione è sensibilmente diminuita. Tra quelli più colpiti vi è il settore alberghiero e della ristorazione. Il calo più importante del volume di lavoro è stato rilevato tra le donne con gradi di occupazione inferiori al metà tempo.
Agli aiuti finanziari si deve anche il fatto che il livello generale dei salari non sia sceso. Ciò nonostante, analisi approfondite mostrano che nelle fasce di reddito più basse la situazione è peggiorata. Soprattutto le economie domestiche con redditi bassi e pertanto un numero sproporzionato di donne hanno guadagnato meno.
L’analisi dei flussi di fondi statali mostra inoltre che alle aziende del settore «altri servizi», che comprende servizi alla persona come parrucchieri e saloni di bellezza con una quota femminile elevata, sono giunti meno aiuti del previsto sotto forma di indennità per lavoro ridotto e aiuti finanziari.
Gli indipendenti avevano a disposizione le indennità per perdita di guadagno Corona, ma è probabile che non tutti quelli a tempo parziale abbiano soddisfatto la condizione del reddito minimo richiesto e che quindi non abbiano potuto accedere agli aiuti.
Ma la crisi del COVID-19 ha creato precarietà innanzitutto tra i dipendenti completamente esclusi dagli aiuti messi in campo, in particolare tra il personale domestico costituito per quasi il 90 per cento da donne, spesso con un reddito molto basso e uno status di soggiorno incerto. Sebbene durante la pandemia facessero parte dei gruppi particolarmente vulnerabili, queste donne non hanno ottenuto alcun aiuto e sono state semplicemente indirizzate all’assicurazione contro la disoccupazione.
Mancano dati essenziali
Nella gestione della pandemia si è ancora una volta persa l’occasione di rilevare dati di genere a partire dall’inizio. Per esempio, nel lavoro ridotto, che con 13 miliardi di franchi spesi al 2021 è stata la principale misura di aiuto della Confederazione, ancora oggi non sappiamo esattamente quante donne e quanti uomini abbiano ricevuto fondi. Ciò rende difficile non solo l’analisi ma anche ricavarne misure di genere e insegnamenti per future crisi.
L’uguaglianza rende la società più resiliente
Se le misure per lottare contro la pandemia hanno acuito le disuguaglianze di genere ciò è in gran parte dovuto al fatto che sono state adottate in un contesto di squilibri già esistenti. È ora giunto il momento di stabilire un buon equilibrio nel rapporto tra i generi. Le raccomandazioni della CFQF intendono fornire un contributo in tal senso, nella convinzione che più una società è egualitaria, più è resiliente anche alle crisi.
Oltre ad avanzare richieste specifiche, la CFQF ritiene in linea di principio che la Confederazione abbia il dovere di far progredire l’uguaglianza di genere, di coinvolgere specialisti di politica della parità sin dall’inizio di una crisi nonché di rilevare e valutare dati disaggregati per genere.
Conclusioni e raccomandazioni a colpo d’occhio
- La chiusura degli asili nido e delle scuole pregiudica l’integrazione delle madri nel mercato del lavoro. Potenziare le strutture per la custodia dei figli complementare alla famiglia e parascolastica nonché il loro finanziamento da parte dello Stato e mantenerle operative durante le crisi
- L’obbligo del telelavoro può acuire i conflitti legati alla conciliabilità. Definire condizioni quadro per il telelavoro e ripartire il lavoro di cura in modo egualitario
- Evoluzione dell’occupazione: colpiti in particolare i dipendenti a tempo parziale. Rafforzare l’integrazione delle donne nel mercato del lavoro e introdurre il diritto dei genitori di ridurre il grado di occupazione alla nascita di un figlio e di riportarlo al livello originario in un secondo momento
- Evoluzione del reddito: colpiti in particolare i dipendenti a basso salario
- Promuovere in modo mirato la riqualificazione delle donne
- Valorizzare il lavoro a basso salario e garantire una migliore protezione salariale in caso di crisi
- Accesso alle misure di aiuto: i servizi alla persona sono sottorappresentati. Tenere conto delle esigenze delle piccole imprese nei settori tipicamente femminili
- Lacune nella rete di sicurezza: personale domestico. Offrire un aiuto specifico al personale domestico
- Efficacia delle indennità per lavoro ridotto: mancano dati essenziali. Raccogliere e valutare dati specifici di genere
- Durante la pandemia le disuguaglianze di genere si sono acuite. Progettare le misure di intervento in caso di crisi nel rispetto del genere
- Le misure statali intervengono su squilibri già esistenti. Rafforzare la resilienza dell’economia e della società con più uguaglianza
Studio
Heidi Stutz, Severin Bischof e Lena Liechti: Genderspezifische Effekte der staatlichen Massnahmen zur Bekämpfung des Coronavirus Covid-19 [Effetti di genere delle misure statali per combattere il COVID-19], Büro für arbeits- und sozialpolitische Studien BASS, Berna, maggio 2022, XXI,107p.
Raccomandazioni
Commissione federale per le questioni femminili CFQF: Raccomandazioni relative allo studio «Effetti di genere delle misure statali per combattere il COVID-19», maggio 2022.
Studio e raccomandazioni sono disponibili all’indirizzo www.comfem.ch .
Immagine: mappa della Svizzera, cortesia Google Maps.