Il report Il mercato del lavoro: dati e analisi di maggio mostra la creazione di posti di lavoro nel periodo marzo – aprile 2022.
Oltre all’aumento di posti di lavoro, dal report emergono, come sotto descritto, un rallentamento nei settori industria e costruzioni, un consolidamento dei contratti a tempo indeterminato, e il sostegno all’occupazione femminile e nel Mezzogiorno derivante dalla domanda di lavoro nel turismo.
Il documento è stato pubblicato online congiuntamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dalla Banca d’Italia e dall’ANPAL. Il report, spiega il dicastero del Lavoro, “è basato due fonti informative complete e tempestive”:
- Comunicazioni obbligatorie, aggiornata al 30 aprile 2022
- Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro, aggiornata al 31 marzo 2022.
Continua la creazione di posti di lavoro anche nel bimestre marzo-aprile
Nota: le immagini citate nell’articolo sono consultabili nel file pdf a fine testo, insieme al riepilogo sui disoccupati secondo la definizione amministrativa
. Nonostante l’incertezza derivante dalla guerra in Ucraina e dal connesso rialzo dei prezzi dei beni energetici, spiega il Ministero del Lavoro, la variazione dell’occupazione si è mantenuta positiva, sebbene su livelli lievemente inferiori rispetto alla seconda metà del 2021 (fig. 1.a, linea rossa). Dall’inizio dell’anno sono stati creati, al netto delle cessazioni, 260.000 posti di lavoro, un valore solo di poco inferiore a quello dello stesso periodo del 2019 (cfr. nell’Appendice la tav. 1); dal punto di minimo toccato tra il primo e il secondo trimestre del 2020 sono state aggiunte oltre un milione di posizioni lavorative (fig. 1.b).
Rallentano l’industria e le costruzioni, si consolidano però i contratti a tempo indeterminato
Si registrata una crescita di posti di lavoro non omogenea tra settori (fig. 2.a): negli ultimi mesi si è ridotto il contributo dell’industria in senso stretto, settore nel quale l’occupazione è ancora inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato se nel periodo 2020-21 la creazione di posizioni lavorative avesse seguito la traiettoria del biennio precedente. Nel comparto delle costruzioni in marzo e aprile si sono manifestati segnali di rallentamento e i nuovi contratti attivati, al netto delle cessazioni, si sono più che dimezzati rispetto al bimestre precedente. Ha invece accelerato il turismo, che beneficia della ripresa della domanda sospinta dal miglioramento della situazione epidemiologica e dalla rimozione di molte restrizioni (tav. 2).
Rispetto allo scorso anno, quando il recupero dei livelli occupazionali si era concentrato nelle posizioni a termine, nei primi quattro mesi del 2022 la dinamica del mercato del lavoro è stata sostenuta soprattutto dai contratti a tempo indeterminato, che hanno rappresentato circa due terzi delle attivazioni nette (fig. 2.b). Vi hanno contribuito, oltre alle assunzioni, anche le trasformazioni (fig. 3.a), il cui incremento è riconducibile prevalentemente all’ampio numero di persone assunte a tempo determinato nel 2021 (le stabilizzazioni in Italia avvengono in media dopo dodici mesi dall’avvio del contratto). La propensione delle imprese a trasformare i rapporti di lavoro temporanei è tornata sui livelli precedenti l’inizio della pandemia.
Il numero delle cessazioni si è ormai assestato sui livelli del 2019, sebbene quello dei licenziamenti sia ancora lievemente inferiore ai valori precedenti il blocco imposto dal Governo nel febbraio 2020 (fig. 3.b e tav. 3). Le dimissioni, che in marzo e aprile sono rimaste sull’elevato livello dei mesi precedenti, riflettono le transizioni di lavoratori tra un’impresa e un’altra, in un contesto di espansione del mercato del lavoro.
La domanda di lavoro del turismo sostiene l’occupazione delle donne e del Mezzogiorno
Nel confronto con gli ultimi mesi del 2021, resta sostanzialmente costante la crescita dell’occupazione delle donne; rallenta invece quella degli uomini (fig. 4.a), frenata dall’andamento dell’industria. L’occupazione femminile condivide però in misura inferiore l’aumento del numero delle posizioni a tempo indeterminato, concentrandosi nel settore turistico dove i contratti stabili sono meno frequenti.
Per effetto del rallentamento dell’industria, la dinamica del mercato del lavoro è meno favorevole nelle regioni del Centro Nord; nel Mezzogiorno le attivazioni nette continuano a essere sostenute dal turismo e dalle costruzioni, che vi contribuiscono per quattro quinti (tavv. 4 e 5).
I livelli occupazionali nei settori a maggiore intensità energetica.
Nel 2021 si è osservata una graduale e inattesa accelerazione dei prezzi del petrolio e soprattutto del gas; questa tendenza si è intensificata nel 2022 dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
L’impatto del fenomeno sull’occupazione appare al momento contenuto grazie anche ai provvedimenti governativi destinati alle imprese caratterizzate da un forte consumo di energia elettrica (cosiddette energivore): in particolare è stato esteso e incentivato il ricorso agli strumenti di integrazione salariale. Nel 2021 le attivazioni nette di posizioni lavorative nei comparti manifatturieri a maggiore intensità energetica1 hanno continuato a crescere in linea con il resto del settore (figura, pannello a); nei primi mesi del 2022 emergerebbero segnali di un lieve rallentamento.
È verosimile ritenere che i settori energivori, ricorrendo alla CIG, stiano aggiustando l’input di lavoro soprattutto attraverso una contrazione delle ore lavorate, salvaguardando al contempo i posti di lavoro: secondo i dati dell’INPS, dall’inizio della pandemia questi comparti assorbivano circa il 15 per cento delle richieste di CIG afferenti alla manifattura; questa quota è salita al 20 per cento nel mese di febbraio superando il 40 per cento in marzo (figura, pannello b).