Il Guardasigilli Nordio nella mattinata di ieri ha salutato Raffaele Piccirillo, precedente Capo di Gabinetto.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha voluto incontrare nel proprio studio Raffaele Piccirillo, che per due anni ha diretto il Gabinetto del Dicastero di via Arenula. Nel breve incontro il Guardasigilli ha espresso ufficialmente la propria gratitudine, A lui e al suo staff il Guardasigilli ha voluto ufficialmente esprimere gratitudine, a Piccirillo e al suo staff, per “l’eccellente lavoro svolto”. Pubblichiamo video e testo dell’evento, cortesia Giustizia News online.
Mentre nella mattinata di Sabato 22 Ottobre 2022 – subito dopo il giuramento del governo Meloni al palazzo del Quirinale – presso il Ministero della Giustizia è avvenuto il passaggio di consegne dalla ministra uscente, Marta Cartabia, al nuovo ministro Carlo Nordio. Il Guardasigilli ha avuto un lungo e cordiale colloquio con Cartabia.
L’incontro del ministro della Giustizia Nordio con Raffaele Piccirillo.
“Vorrei ringraziare il Capo di Gabinetto uscente e il suo staff.
Abbiamo avuto proprio in questa sede un incontro molto lungo ed estremamente cordiale con la presidente Cartabia, con la quale abbiamo concordato continuità anche di colloqui. Perché – come detto in tempi non sospetti – la direzione che aveva assunto nelle riforme era secondo me quella giusta. Naturalmente, le maggioranze politiche e i programmi governativi cambiano e quindi – come tutti sanno – il nostro cercherà di portare avanti in modo ancora più avanzato queste riforme.
Quello che oggi vorrei esprimere è la mia gratitudine per lavoro eccellente svolto dal capo di gabinetto e dal suo staff : lavoro che è stato encomiato dalla presidente Cartabia che io condivido in pieno. Spero che con quelli che rimarranno e anche con quelli che saranno trasferiti ad altro incarico continueremo in questo lavoro proficuo. C’è sempre bisogno di saggi consigli. Non esistono ideologie, non esistono correnti, non esistono divisioni nemmeno, secondo me, nella magistratura.
L’obiettivo comune, soprattutto in un primo tempo, è quello di rendere la giustizia più efficiente. Per fare questo, tra l’altro il capo di gabinetto è stato scelto, in virtù del fatto che è stato premiato come il massimo organizzatore di un Tribunale di media entità, dove ha utilizzato le risorse in modo quasi miracoloso. Ecco questo è secondo me l’input che servirà a questo Ministero, almeno nella prima fase. Perché la priorità assoluta è avere una giustizia efficiente, in modo che abbia impatto favorevole sull’economia. In questo momento, è la sofferenza maggiore in cui versa il Paese. Ogni altro indirizzo sarebbe affrontato in un secondo tempo. Tutti conoscono le mie idee che ho scritto negli ultimi 20 anni.
La cosa più importante è trovare una concordia, una armonia tra magistratura, avvocatura, tra personale penitenziario e personale amministrativo, per implementare gli organici e colmare dei vuoti che fino ad adesso, per varie ragioni, sono stati perniciosamente sguarniti e quindi rendere la giustizia più efficiente. Questo non significa abbreviare a tutti i costi, non significa un efficientismo che non tenga conto dei due aspetti fondamentali del garantismo di cui si parla tanto che consistono da un lato nella presunzione di innocenza, ma dall’altro nella certezza dell’esecuzione della pena.
Pena che, come ho già detto varie volte nei miei scritti, non coincide necessariamente con il carcere. L’esecuzione della pena, che deve essere certa, deve essere proporzionata, deve essere soprattutto equa, perché il primo giudice del giudice è l’imputato o il condannato. Se tu sei troppo blando ti disprezza, se tu sei troppo severo ti odia; se tu sei equo non dico che ti onori, ma certamente rispetta te e l’istituzione.
La pena deve essere orientata alla rieducazione del condannato. Tutto questo noi cercheremo di farlo attraverso la riorganizzazione del sistema carcerario che a me sta molto a cuore.
Le prime visite pastorali, se così le possiamo chiamare, saranno fatte contemporaneamente, se non prioritariamente nelle carceri. Questo non significa essere buonisti significa applicare la Costituzione. E quindi la certezza della pena che, ripeto, non deve necessariamente coincidere con il carcere. Il progetto Nordio, della commissione che io ho presieduto venti anni fa, anticipava la riforma Cartabia, dove la applicazione di misure alternative poteva essere disposta direttamente dal giudice della cognizione, anticipando tutte quelle cose che poi in parte anche per merito vostro sono state recepite.
Grazie ancora al capo di Gabinetto e a tutto lo staff”.
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