Giornale Online Direttore Paolo Centofanti

Canale Fede e Ragione

L’intervento del presidente Meloni alla cerimonia in memoria dei giornalisti ebrei perseguitati da leggi razziali

presidente-Meloni-cerimonia-memoria-giornalisti-ebrei

Pubblichiamo testo dell’intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla cerimonia a Roma in memoria dei giornalisti ebrei perseguitati dalle leggi razziali.

Buon pomeriggio a tutti. Ovviamente io voglio ringraziare l’Ordine dei giornalisti del Lazio, il suo presidente Guido duvalldo il vicepresidente Roberto Rossi per avermi invitato a questa cerimonia di deposizione e scopertura della lapide in memoria dei giornalisti Romani ebrei vittime della persecuzione del regime fascista in seguito all’approvazione delle leggi razziali.

Ho tenuto, nonostante la giornata complessa, ad essere qui ovviamente in quanto giornalista, è scritto, come lei correttamente ricordava all’Ordine. E ovviamente come presidente del consiglio, per il valore simbolico, dove simbolico vuol dire tante cose di questa iniziativa. Ovviamente voglio salutare le autorità presenti,  l’ambasciatore di Israele in Italia, il sindaco di Roma Gualtieri, il ministro San Giuliano, la presidente della comunità ebraica Dureghello, il rabbino capo Di Segni. Un saluto anche a Sami Modiano, che ci ha appena raggiunto; al professore Enrico serventi Longhi, e ovviamente a tutti i presenti.

Le leggi razziali rappresentano, come mi è capitato di dire più volte, il punto più basso della storia italiana. Una vergogna che ha segnato il nostro popolo per sempre. L’ho detto anche durante le dichiarazioni programmatiche con le quali il mio governo si è presentato in Parlamento. Lo ribadisco ancora una volta oggi: le leggi razziali sono una macchia indelebile nella storia della nostra nazione, e rappresentano un’infamia che avvenne nel silenzio di troppi.

Quindi perché è importante un’iniziativa come questa ? La realtà che raccontano le nostre vite, la realtà di quello che accadde. E la mia vita in particolare in questo momento. E allora c’è qualcosa di molto forte nella simbologia di questa lapide dedicata a giornalisti che allora furono espunti dall’albo dei giornalisti. Perché molti non potevano più fare il loro lavoro, molti altri tacquero.

E l’insegnamento che a noi arriva da questa vicenda è raccontare quello che accade, sempre. Anche quando può costare, anche quando può fare paura, per chi come noi ha studiato sulla deontologia professionale della missione di giornalista. Questo lo dico da giornalista, è l’insegnamento più importante che arriva da questa vicenda. Perché alla fine la memoria come semplice ricordo è importante, sì, ma è importante se ti insegna qualcosa.

È importante se capisci che studiando quello che è accaduto, puoi anche imparare cosa puoi fare tu, se dovesse accadere di nuovo. Quindi questo è un appuntamento, secondo me, importante. Noi lo dobbiamo ricordare questa lapide. Alberto Moravia, giovanissimo, è tra i nomi di coloro che durante il regime fascista non potevano più fare il loro lavoro.

Alberto Moravia poi è tornato a fare quel lavoro, ha avuto i suoi riconoscimenti a livello internazionale. Altri non sono più tornati. E allora credo che la memoria serva per ricordarci che ciascuno di noi, nel suo ruolo di fronte alla tragedia, la violenza, la tirannia, può fare la sua parte. La parte piccola o la parte più grande, ma ciascuno di noi può fare la sua parte.

Questo credo che sia un grande insegnamento che arriva da questa iniziativa, e che ci dica anche che la sfida della lotta alla discriminazione, la sfida della lotta all’antisemitismo, non è qualcosa per cui dobbiamo guardare indietro. Anche guardare all’oggi, perché è una battaglia che noi non abbiamo vinto. Non abbiamo vinto, l’antisemitismo riemergere in molte facce, e con molti strumenti nuovi e diversi.

Quindi è ovviamente una battaglia che ci coinvolge tutti, che coinvolge la politica, il governo, le istituzioni a tutti i livelli. Che coinvolge anche chi racconta la realtà ogni giorno. Che coinvolge chiunque abbia una responsabilità. Io posso dire che per quello che riguarda il governo italiano noi ovviamente siamo sempre pronti, concentrati, attenti a fare la nostra parte per combattere ovviamente ogni forma di discriminazione, e ovviamente l’antisemitismo, che rischia di essere ancora presente tra noi.

Perché combatterlo è una sfida di ogni giorno, per la quale ovviamente ognuno deve fare la sua parte. Vi ringrazio e buon proseguimento.

Comments

comments