Corte di Cassazione: è stalking anche vessare con sms e chat parenti o amici della vittima, per colpirla indirettamente.
La Suprema Corte l’ha affermato con la recente Sentenza 46834/2022, depositata il 12 dicembre 2022. La pronuncia statuisce che “integra il delitto di atti persecutori la reiterata e assillante comunicazione di messaggi di contenuto persecutorio, ingiurioso o minatorio, diretta a plurimi destinatari a essa legati da un rapporto qualificato di vicinanza”.
Amici e familiari del principale “destinatario” delle azioni di stalking, molestati a loro volta tramite messaggi sms, o chat whatsapp e social, potranno quindi denunciare lo stalker. Perché il reato di stalking viene integrato nel momento in cui lo stalker autore dei messaggi è “nella ragionevole convinzione che la vittima ne venga informata e nella consapevolezza della idoneità del proprio comportamento abituale a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice”.
Destinatario della Sentenza 46834/2022 un uomo che, dopo la fine di una relazione con una ragazza, aveva iniziato a con messaggi offensivi o minacciosi il fratello della sua ex. L’uomo per la Corte era certo che sarebbero stati riportati alla donna e l’avrebbero colpita dal punto di vista psicologico. Tale certezza è stata più che sufficiente ad integrare il reato di stalking.
La Corte di Cassazione ha così confermato in via definitiva la condanna già statuita in primo grado dal Tribunale di Parma e in secondo grado dalla Corte d’Appello di Bologna.