Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel proprio videomessaggio di saluto all’Assemblea generale 2022 di Confagricoltura: Persone, agricoltura, ambiente. Pubblichiamo video e testo del suo intervento.
Testo del videomessaggio all’Assemblea generale 2022 di Confagricoltura.
Buongiorno a tutti,
voglio salutare il Presidente Giansanti e lo ringrazio per questo invito. Mi dispiace ovviamente non poter partecipare in presenza all’Assemblea nazionale di Confagricoltura ma non volevo comunque far mancare il mio contributo ai vostri lavori. Saluto i Ministri, i rappresentanti delle categorie economiche, i rappresentanti istituzionali che prenderanno parte a questa due giorni e, ovviamente, saluto con particolare attenzione tutti i delegati presenti.
Il settore agroalimentare è al centro dell’azione di questo Governo e noi vogliamo guardare a questo comparto come sistema di tutela e crescita di quell’insieme di abilità, produzioni di qualità e valori che si identificano nelle tradizioni, nei metodi di lavorazione, nei territori rurali della nostra Nazione. Tutti elementi che rendono il Made in Italy agroalimentare un asset strategico della nostra economia e un elemento distintivo del nostro saper fare a livello internazionale. Si è molto parlato della scelta di questo Governo di rinominare il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Non è stata una decisione simbolica, la nostra, è stata una decisione sostanziale.
Perché questo Governo si è dato una doppia missione: da una parte vogliamo difendere il diritto di una Nazione di scegliere il proprio modello produttivo e alimentare in alternativa all’omologazione alimentare globale e al cibo sintetico, dall’altra abbiamo il dovere di tutelare i consumatori assicurando cibo disponibile per tutti e di qualità. Ci siamo mossi esattamente in questa direzione quando abbiamo scritto la legge di bilancio.
Il Governo, come sapete, ha istituito un Fondo da cento milioni di euro dedicato proprio alla sovranità alimentare, ovvero al potenziamento dell’approvvigionamento di materie prime agricole per la Nazione e al rafforzamento della filiera. Le realtà produttive del comparto agricolo e agroalimentare hanno dimostrato di saper affrontare gli effetti della crisi economica, il peso del caro energia e dell’inflazione, ma non possono essere lasciate sole e vanno sostenute. È per questo che, tra le ultime misure, abbiamo confermato in manovra il credito d‘imposta del 20% per l’acquisto del carburante utilizzato per la trazione dei mezzi e per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali.
Però noi crediamo che le imprese del comparto vadano anche aiutate nella grande sfida della modernizzazione, perché tradizione e modernità da sempre devono viaggiare insieme. Su questo abbiamo concentrato i nostri sforzi e abbiamo creato un Fondo da 225 milioni di euro per favorire l’innovazione tecnologica dei processi e aumentare così produttività, competitività e sostenibilità ambientale. Sosteniamo inoltre il ricambio generazionale in agricoltura: lo facciamo dando la possibilità agli under 40 di avviare la propria attività agricola versando zero contributi previdenziali per i primi 24 mesi.
Il Governo si impegnerà, inoltre, per stabilizzare il reddito degli agricoltori, per garantire una distribuzione più equa degli aiuti tra aziende e territori, a vantaggio delle aree rurali intermedie, delle aree rurali con maggiori problemi di sviluppo, delle zone montane e delle zone collinari interne, cioè dei territori che in questi anni sono stai maggiormente in sofferenza. Così come intendiamo lavorare per assicurare condizioni di lavoro sempre migliori e rispettose della dignità degli operatori, rafforzare le norme di salute e sicurezza all’interno delle aziende agricole, contrastare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo.
Il settore agroalimentare italiano è sinonimo di eccellenza e sostenibilità. È nostro compito continuare a contrastare in ogni sede qualsiasi tentativo di omologazione alimentare, l’odiosa imitazione dei nostri prodotti d’eccellenza e quei sistemi di etichettatura fuorvianti che danneggiano il Made in Italy. Primo tra tutti il Nutriscore: è un progetto che al momento è stato accantonato in Ue, che è stato anche oggetto del mio primo incontro, di una delle materie del mio primo incontro con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ma sul quale il Governo continuerà a vigilare per evitare sorprese. Allo stesso tempo vogliamo lavorare per costruire altri strumenti che siano davvero capaci di fornire ai consumatori informazioni chiare e trasparenti su quello che comprano e che consumano. L’Italia sarà in prima linea nella difesa del cibo naturale – uno dei punti di forza del nostro Made in Italy – e intende contrastare in ogni sede il cibo invece “artificiale”, che rischia di spezzare il legame millenario che esiste tra la filiera agroalimentare e i prodotti destinati al consumo.
È centrale nell’azione di Governo la nuova Politica Agricola Comune che, come sapete, è stata appena approvata e vale oltre 37 miliardi di euro. È nostra intenzione mantenere un dialogo costante con l’Unione europea per coglierne le migliori opportunità, dalla facilitazione delle procedure alla sburocratizzazione, dal sostegno alla filiera in particolare nelle aree più svantaggiate agli investimenti in ricerca e innovazione. Ci muoveremo anche sul fronte del PNRR perché la nostra intenzione è renderlo più aderente alle attuali esigenze del comparto. Penso, ad esempio, al tema della meccanizzazione e del rinnovo del parco delle macchine agricole, dove vogliamo coniugare lo svecchiamento del parco esistente con la tutela dell’industria nazionale. Così come riteniamo importante lavorare in Europa per la rimodulazione della riduzione degli agrofarmarci per scongiurare la possibilità di dover ricorrere, paradossalmente, all’approvvigionamento da Nazioni che non rispettano le nostre stesse regole.
Questo Governo intende affrontare anche problemi strutturali che toccano il comparto. Penso soprattutto alla siccità, problema che i cambiamenti climatici hanno reso sempre più ricorrente ed a tratti emergenziali. Vogliamo mettere a sistema risorse e interventi in capo ai diversi Ministeri e realizzare un’unica strategia pluriennale a livello nazionale. Il primo obiettivo è quello di incrementare la capacità di stoccaggio delle acque piovane, che è ancora fermo a un inaccettabile 11%. Bisogna proseguire i programmi già avviati grazie al PNRR e agli altri strumenti di programmazione europei e nazionali, velocizzando le procedure per la messa a terra di questi interventi che è la parte più delicata e più importante. Serve la progettazione di nuove opere di grandi, medie e piccole dimensioni, da affiancare agli incentivi che sostengano la creazione di un reticolo di piccoli invasi a carattere comprensoriale e aziendale. Solo così possiamo immaginare di farci trovare pronti e ottenere anche un secondo risultato. Non dimentichiamo che una corretta regimazione delle acque, affiancata alla gestione sostenibile delle foreste e del territorio rurale, consente di prevenire e rispondere in maniera efficace anche ai fenomeni di dissesto idrogeologico.
Dobbiamo puntare su una pianificazione degli interventi di medio-lungo termine che contemplino anche la manutenzione dell’esistente per garantire un utilizzo efficace della risorsa acqua, il monitoraggio dei prelievi e la riduzione delle perdite.
Ecco, e vado verso la conclusione, il lavoro che abbiamo davanti è particolarmente impegnativo ma allo stesso tempo entusiasmante. Il Governo potrà lavorare bene solo se sarà in grado di contare sul contributo di chi ogni giorno si rimbocca le maniche e fa dell’agroalimentare italiano un’eccellenza assoluta nel mondo. E certamente voi siete una di quelle realtà.
Grazie a tutti e buon lavoro.