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Papa Francesco: i sacerdoti devono capire quando rinunciare a ruoli, onori e poteri

Papa Francesco 15 marzo 2017

Così il Pontefice all’Angelus di ieri, Domenica 15 Gennaio 2023, in Piazza San Pietro.

Il Papa è partito dal Vangelo della Celebrazione Eucaristica, nel brano in cui Giovanni Battista testimonia su Gesù, dopo averlo battezzato nel fiume Giordano. Affermando: «Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me» – cfr Gv vv. 29-30).

Una affermazione e una testimonianza, che” rivela lo spirito di servizio di Giovanni”, il cui destino è stato predicare e preparare il popolo ebraico per il Signore. E nonostante ciò che ha fatto, non gli viene “riconosciuto un premio, un posto di rilievo nella vita pubblica di Gesù”.

Anzi, “Giovanni, compiuta la sua missione, sa farsi da parte, si ritira dalla scena per fare posto a Gesù”, dopo aver visto lo Spirito Santo scendere su di Lui (cfr vv. 33-34), e averlo indicato come l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Giovanni quindi si mette da parte e resta anche lui “in umile ascolto”. Diventando, lui che era un profeta, un semplice discepolo.

E nonostante sia difficile per lui, lo fa come deve fare un autentico educatore. Il cui scopo non è legare i proprio discepoli a sé stesso. Mettendo invece i propri “discepoli sulle orme di Gesù”. Non è quindi “interessato ad avere un seguito per sé, a ottenere prestigio e successo, ma dà testimonianza e poi fa un passo indietro, perché molti abbiano la gioia di incontrare Gesù. Possiamo dire: apre la porta e se ne va”.

Proprio “questo suo spirito di servizio”, ci mostra l’importanza della “libertà dagli attaccamenti”. Perché, avverte Papa Francesco, “è facile attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati, riconosciuti e premiati. E questo, pur essendo naturale, non è una cosa buona, perché il servizio comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini, senza aspettare il contraccambio”.

Così, come fece Giovanni, avverte il Pontefice, “farà bene anche a noi coltivare la virtù di farci da parte al momento opportuno, testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù”. Farsi da parte – quindi, e – imparare a congedarsi: ho fatto questa missione, ho fatto questo incontro, mi faccio da parte e lascio posto al Signore. Imparare a farsi da parte, non prendere qualcosa come un contraccambio per noi”.

Importante che i sacerdoti, a qualsiasi livello, capiscano quando è il momento di farsi da parte.

Un atteggiamento importante soprattutto “per un sacerdote, che è chiamato a predicare e celebrare non per protagonismo o per interesse, ma per accompagnare gli altri a Gesù”. Così come deve essere per i genitori, che dopo aver cresciuto i propri figli “con tanti sacrifici”, devono lasciarli liberi di realizzarsi “nel lavoro, nel matrimonio, nella vita”.

Allo stesso tempo, “è bello e giusto che i genitori continuino ad assicurare la loro presenza, dicendo ai figli che non li lasceranno soli. Devono però farlo “con discrezione, senza invadenza”, lasciando “la libertà di crescere”. Allo stesso modo è necessario porsi in “altri ambiti, come l’amicizia, la vita di coppia, la vita comunitaria”. Sapendo “liberarsi dagli attaccamenti del proprio io”, e farsi da parte quando è necessario. E anche se costa, “è il passo decisivo per crescere nello spirito di servizio, senza cercare il contraccambio”.

Papa Francesco invita a chiedersi se si è capaci di seguire l’esempio di Giovanni, e “gioire quando le persone prendono la loro strada e seguono la loro chiamata, “anche se questo comporta un po’ di distacco nei nostri confronti”. E se davvero “ci rallegriamo per i loro traguardi, con sincerità e senza invidia”. Perché è questo il vero modo per far crescere le persone a cui teniamo. E ha invocato la Vergine Maria di aiutare “ad essere liberi dagli attaccamenti, per fare posto al Signore e dare spazio agli altri”.

Dopo l’Angelus il Papa ha invitato a non dimenticare “il martoriato popolo ucraino, che soffre tanto”. E a sostenerli “con i nostri sentimenti, con il nostro aiuto, con la nostra preghiera”.

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