Il Papa: vizi e peccati sono come ancore che ci bloccano a riva e ci impediscono di andare avanti.
Così Papa Francesco all’Angelus di ieri, Domenica, 22 gennaio 2023, in Piazza San Pietro, partendo dal Vangelo della Celebrazione Eucaristica, che racconta quando Gesù sul lago di Galilea chiama i primi discepoli, che lasciano le loro precedenti esistenze per seguirlo.
“Lasciare per seguire – spiega il Pontefice, che parla del “fascino” di Cristo – con Gesù è sempre così”. Anche quando si comincia “ad avvertire il suo fascino”, con il tempo “la conoscenza può diventare più personale e accendere una luce nel cuore”. E diventare “qualcosa di bello da condividere”. Allo stesso tempo, arriva l’esigenza di scegliere, di decidere: lasciare “alcune certezze” e partire “per una nuova avventura”, oppure restare dove siamo ?
Questo spiega Papa Francesco, “è un momento decisivo per ogni cristiano, perché qui si gioca il senso di tutto il resto”. E “se non si trova il coraggio di mettersi in cammino”, si rischia “di restare spettatori della propria esistenza e di vivere la fede a metà”.
Se vogliamo “stare con Gesù”, dobbiamo quindi avere il “coraggio di lasciare, di mettersi in cammino”. Che cosa però dobbiamo lasciare ? si chiede il Papa, che spiega subito dopo: dobbiamo lasciare “i nostri vizi e i nostri peccati”, paragonabili a “ancore che ci bloccano a riva e ci impediscono” di andare avanti.
Così come dobbiamo lasciare le nostre “paure, i calcoli egoistici, le garanzie per restare al sicuro vivendo al ribasso”. E rinunciare a sprecare il tempo in tanti impegni e “cose inutili”. Solo in questo modo, avverta il Papa, possiamo “vivere, ad esempio, il rischio faticoso ma appagante del servizio”, o “dedicare tempo alla preghiera, così da crescere nell’amicizia con il Signore”.
Allo stesso modo le persone che creano una famiglia, o si dedicano a professioni come quelle sanitarie, sacrificano la loro tranquillità, comodità, divertimenti, per ottenere qualcosa di più importante: i genitori per mettere al mondo e crescere dei figli. Medici e infermieri per studiare e formarsi, e poi per curare i malati, a cui dedicano “molte ore del giorno e della notte, molte energie fisiche e mentali “. Oppure i “lavoratori che lasciano le comodità, che lasciano il dolce far niente per portare il pane a casa”. Questa, spiega il Pontefice, è la sfida a cui Gesù “invita ciascuno di noi”.
Il pensiero di Papa Francesco per il Capodanno Lunare, per le violenze in Myanmar e in Perù, la guerra in Ucraina, la situazione in Camerun.
Dopo l’Angelus il Pontefice ha espresso “voti di pace e di ogni bene a tutti coloro che in Estremo Oriente e in varie parti del mondo celebrano il Capodanno Lunare”, esprimendo pure la propria vicinanza a tutti coloro che soffrono a causa della “pandemia da coronavirus, nella speranza che le presenti difficoltà vengano presto superate”.
E ha manifestato il proprio dolore per il Myanmar, “dove è stata incendiata e distrutta la chiesa di Nostra Signora dell’Assunzione nel villaggio di Chan Thar, uno dei luoghi di culto più antichi e importanti del Paese” e per la “inerme popolazione civile, che in molte città è sottoposta a dura prova”.
Il Papa ha anche pregato per la cessazione delle violenza in Perù, unendosi ai Vescovi peruviani per dire no alla violenza. Ha ricordato come dal Camerun arrivino “segnali positivi, che fanno sperare in un progresso verso la risoluzione del conflitto delle regioni anglofone”. E ha chiesto ai fedeli di pregare “in particolare per la piena unità di tutti i cristiani”, non dimenticando di pregare il Signore per la pace nella “martoriata Ucraina”, e perché “conforti e sostenga quel popolo che soffre tanto”.