Ricerca, l’Italia alla guida del partenariato per la Blue Economy.
Il ministro Bernini: “Quasi 500 milioni di investimenti e 25 Paesi coinvolti: pronti a fare del nostro meglio per la tutela di oceani e mari”
Quasi 500 milioni di investimenti, 25 Paesi coinvolti, 60 partner pubblici e privati, sette anni di attività di ricerca. È Sustainable Blue Economy (SBEP), il partenariato europeo per la tutela degli oceani, della biodiversità e delle risorse ambientali marine. A coordinare tutte le attività sarà l’Italia attraverso il Ministero dell’Università e della Ricerca (il MUR). È la prima volta che il Paese riceve la delega sui temi dell’economia blu sostenibile. SBEP è stato lanciato questa mattina a Roma, all’Accademia di Belle Arti.
“Siamo riconoscenti per questo ruolo e siamo decisi a fare del nostro meglio”, ha spiegato il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini nel messaggio di apertura dell’evento. “Per l’Italia, con i suoi 7.500 km di coste e più di 600 comuni costieri – ha aggiunto il Ministro – la blue economy rappresenta il 9 per cento del valore aggiunto nazionale. In più, nel 2020, siamo stati il primo Paese in Europa per trasporto marittimo di passeggeri. Investire in questi ambiti significa dare nuove opportunità alle attività legate al mare ma anche impegnarsi a svilupparne di nuove”.
Sustainable Blue Economy Partnership è un partenariato voluto dalla Commissione europea per riuscire a conciliare ecologia e sviluppo, tecnologia e sostenibilità. Prevede un investimento di circa 500 milioni di euro nell’arco di sette anni. È uno dei 49 partenariati istituiti nell’ambito del Programma per la Ricerca e Innovazione dell’Unione Europea Horizon Europe.
Ad affiancare il MUR, oltre al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, anche l’Istituto Idrografico della Marina Militare, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale e la stazione Zoologica Anton Dohrn.