Giornale Online Direttore Paolo Centofanti

Canale Fede e Ragione

Il Presidente Meloni: il popolo ucraino difende la propria Patria e l’identità europea

Presidente-Meloni-IV-Vertice-Consiglio-Europa

Così il Presidente Meloni nel suo intervento al IV Vertice del Consiglio d’Europa.

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato a Reykjavík, in Islanda, al IV Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio d’Europa. Dopo l’intervento alla sessione di apertura dei lavori del Vertice “United around Our Values”, ha preso parte alla tavola rotonda “Countering new and emerging human rights challenges – the future is already here”.

L’intervento del Presidente Meloni al IV Vertice del Consiglio d’Europa

Buon pomeriggio a tutti.

Voglio ringraziare il Primo Ministro e il Governo islandese per questa ospitalità, ma soprattutto per la determinazione con la quale hanno lavorato perché questo Vertice del Consiglio d’Europa, la cui idea nasce a Torino nella riunione conclusiva durante la Presidenza italiana, diventasse realtà. Voglio ovviamente salutare la Segretaria Generale, i Presidenti, i Primi Ministri qui presenti e tutti voi.

Sono passati 18 anni dall’ultimo Vertice del Consiglio d’Europa, e sono molti ma non tanti quanti sembrano, se guardiamo a quanto da allora è mutato il contesto che ci circonda.

La brutale aggressione russa all’Ucraina ha messo in discussione molte certezze sulle quali noi per troppo tempo ci eravamo ingenuamente adagiati. Ed è giusto che un atto così grave sia condannato proprio qui, al Consiglio d’Europa, la casa di tutti gli europei costruita con il compito preciso di evitare il ripetersi delle atrocità della seconda guerra mondiale, difendendo la democrazia e difendendo il diritto, quel diritto degli Stati senza cui noi non possiamo difendere il diritto degli uomini.

Il popolo ucraino, con la sua eroica reazione all’invasione, non sta difendendo solamente la sua Patria, sta difendendo i valori fondanti dell’identità europea: la libertà, la democrazia, la giustizia, l’uguaglianza tra gli uomini. Se l’Ucraina fosse capitolata, se l’avesse fatto in pochi giorni come molti prevedevano, noi oggi vivremmo un mondo molto più insicuro. Non vivremmo una realtà di pace, come racconta quella propaganda così cinica da fingere di scambiare un’invasione con la parola pace, noi vivremmo un mondo nel quale alla forza del diritto si sostituisce il diritto del più forte e quel mondo è un mondo che non conviene a nessuno.

E questa è la ragione per la quale al Presidente Zelensky voglio dire che l’intera Europa e tutto il mondo libero sono loro debitori. Anche in questo intervento il Presidente Zelensky ha detto molto spesso “grazie”, ci ha ringraziato per come noi stiamo aiutando l’Ucraina. Ma io voglio dire al Presidente Zelensky che siamo noi ad essere debitori dell’Ucraina, perché l’Ucraina con la sua determinazione ha fatto capire al mondo intero quanto possa essere difficile piegare un popolo libero.

Per questo noi faremmo la nostra parte per garantire all’Ucraina il futuro di libertà, di integrità, di democrazia che merita, il futuro europeo che merita.

Per questo l’Italia ha, tra le altre cose, immediatamente aderito all’accordo promosso dal Consiglio d’Europa per istituire il Registro dei Danni causati dalla guerra, perché non vi sia impunità.

E per questo non potevo non essere qui a testimoniare l’impegno dell’Italia per difendere il diritto internazionale e per difendere i valori fondanti della nostra comune identità europea, partendo dal principio fondamentale dal quale discendono tutti gli altri. E quel principio è la centralità della persona, il rispetto di ogni singolo essere umano, della sua sacra unicità. Ed è questo un valore che noi oggi siamo chiamati a proteggere su molti fronti, dalle antiche sfide fatte di violenza e sopraffazione, ma anche dalle nuove sfide della nostra epoca. Mai come in questa tempo la scienza e la tecnologia corrono veloci, penso all’ingegneria genetica, all’intelligenza artificiale o alle questioni bioetiche, penso al rischio che correremmo se dovessimo considerate questi domini delle zone franche senza regole. Il rischio di un progresso non più volto a rafforzare e ampliare le capacità umane, ma un progresso in cui le capacità umane vengono sostituite, surrogate, in un mondo sempre più dominato dall’ineguaglianza, dalla concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi. E un mondo dominato dall’ineguaglianza non è un mondo democratico e, dunque, non è un mondo europeo.

Oggi più che mai noi siamo chiamati a ribadire la difesa della dignità umana in ogni contesto, perché questo è l’Europa: una roccaforte di valori costruita nei millenni, la nostra vera, unica, forza dinnanzi alla violenza dei tiranni, ma anche dinnanzi ai nuovi pericoli che vivono le nostre società.

Nel 1949 dieci Nazioni tra cui l’Italia diedero vita al Consiglio d’Europa. Una decisione che nasceva dalla convinzione che la tutela dei valori fondamentali di libertà, democrazia e dignità umana fosse la base per una prosperità condivisa e pacifica in Europa. Oggi siamo in 46 e siamo qui, riuniti a Reykjavík, per dire con forza che la nostra missione ora è più attuale che mai.

Vi ringrazio.

Comments

comments