Gli artisti sono simili ai profeti.
Così il Pontefice nel proprio discorso agli artisti che hanno partecipato all’incontro promosso in occasione del 50° anniversario della inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna dei Musei Vaticani
Papa Francesco ha ringraziato per la partecipazione e si è rallegrato della presenza degli artisti, sottolineando il rapporto speciale che la Chiesa ha sempre avuto con loro. Questo legame è naturale perché gli artisti esplorano la profondità dell’esistenza, della vita e del mondo, anche nelle loro contraddizioni e tragedie. L’arte dell’artista è come una vela che si riempie dello Spirito, portando avanti la vita. La Chiesa nutre un’amicizia speciale con l’arte, condividendo una storia comune che appartiene a tutti, credenti e non credenti. Si auspica nuovi frutti artistici nel rispetto reciproco e nella libertà.
Il Pontefie cita Romano Guardini, che paragona lo stato dell’artista durante la creazione a quello di un bambino e di un veggente. L’opera d’arte apre uno spazio in cui l’uomo può entrare, muoversi e trattare le cose in modo aperto. L’artista è come un bambino che immagina e un veggente che coglie la realtà. L’artista non deve essere considerato un’offesa, ma si muove nello spazio dell’invenzione, della creazione e della novità. Attraverso la loro originalità, gli artisti sfidano l’idea che l’uomo sia un essere destinato alla morte, affermando invece che l’uomo è per la vita e per portare novità nel mondo.
Il Papa afferma che l’essenza umana consiste nel portare la novità nel mondo e sottolinea che ogni figlio è una novità nella fecondità naturale. Gli artisti, con il loro talento, mettono in luce ciò che è inedito e arricchiscono il mondo con nuove realtà. La creatività degli artisti sembra partecipare alla passione generativa di Dio, che ha creato il mondo. Gli artisti sono alleati del sogno di Dio, sono occhi che guardano e sognano. Il Papa sottolinea l’importanza di non solo guardare, ma anche sognare. Gli esseri umani desiderano un mondo nuovo che non vedranno pienamente con i loro occhi, ma che cercano e sognano.
Gli artisti hanno la capacità di sognare nuove versioni del mondo e introdurre novità nella storia. Papa Francesco paragona gli artisti ai veggenti e ai profeti, capaci di guardare in profondità e lontananza, scrutando la realtà al di là delle apparenze. Li esorta a distanziarsi dalla bellezza artificiale e superficiale diffusa oggi, che nasce morta e non attira, perché nasconde invece di rivelare. Gli artisti agiscono come coscienza critica della società, mettendo in luce ciò che fa pensare, rende vigili e svela la realtà, comprese le sue contraddizioni e gli aspetti nascosti. Come i profeti biblici, criticano i falsi miti, gli idoli contemporanei, i discorsi banali, i tranelli del consumo e le astuzie del potere.
Il Pontefice apprezza l’uso dell’ironia da parte degli artisti, sottolineando che sia l’umorismo che l’ironia sono virtù da coltivare di più. L’arte disturbante e la fede non possono lasciare le cose come sono, ma le cambiano, le trasformano, le convertono e le mettono in movimento. L’arte non è mai un anestetico, ma dà pace senza addormentare le coscienze, le tiene sveglie. Gli artisti spesso esplorano gli aspetti oscuri della condizione umana, i suoi abissi e parti oscure, ricordando che non siamo solo luce. L’arte aiuta a gettare la luce della speranza nelle tenebre dell’umanità, dell’individualismo e dell’indifferenza. Gli artisti sono alleati nella difesa della vita umana, della giustizia sociale, degli ultimi, della cura dell’ambiente e nella consapevolezza di essere tutti fratelli.
L’arte è legata all’esperienza della bellezza, che seduce la carne per raggiungere l’anima. La bellezza è il riflesso delle cose buone, giuste e vere, ed è il segno che qualcosa ha pienezza. La bellezza suscita la nostalgia di Dio e fa sentire che la vita è orientata alla pienezza. Papa Francesco sottolinea che molti sperano che l’arte torni ad abbracciare maggiormente la bellezza, ma è necessario distinguere la vera bellezza dalla bellezza futile, artificiale e superficiale, come quella del trucco.
Papa Francesco sottolinea l’importanza dell’armonia come criterio per discernere la vera bellezza. Nella teologia, lo Spirito Santo è descritto come l’armonia stessa, l’armonizzatore del mondo. L’artista, a sua volta, possiede qualcosa di questo Spirito per creare armonia. La bellezza vera riflette questa armonia, ed è la virtù operativa della bellezza. Essa non è equilibrio, ma un’unità che comprende e integra le diverse parti senza uniformarle. L’armonia permette di superare le differenze e i conflitti, trasformandoli in diversità complementari.
Il Papa rileva che siamo in un tempo segnato da colonizzazioni ideologiche mediatiche e conflitti divisivi, in cui una globalizzazione omologante convive con localismi chiusi. Questo pericolo si riflette anche nella Chiesa stessa, con divisioni, fazioni e narcisismi che minano l’unità sotto una falsa pretesa. Papa Francesco esorta ad abbracciare il principio dell’armonia, che contrasta l’uniformità e permette di creare spazi per lo Spirito. L’armonia delle differenze, anziché annientarle o uniformarle, rivela la vera bellezza.
Il Papa si rivolge agli artisti affinché non dimentichino i poveri, i preferiti di Cristo, in tutte le forme di povertà attuali. I poveri hanno bisogno dell’arte e della bellezza, e gli artisti possono dare voce al loro grido silenzioso. Papa Francesco esprime la sua stima per gli artisti e augura che le loro opere siano degne di tutte le persone del mondo e rendano gloria a Dio, il Padre di tutti, che tutti cercano, anche attraverso l’arte. Infine, chiede agli artisti di pregare per lui in armonia.