Così il Presidente del Consiglio intervenendo all’evento Giornata mondiale contro le droghe.
Il premier ha espresso la propria nel partecipare alla 36a Giornata mondiale contro la droga insieme a numerosi giovani, e ha affermato l’importanza di questo evento e il suo significato quasi rivoluzionario, coinvolgendo governo, istituzioni, testimoni, settore pubblico e privato, comunità terapeutiche, esperti e soprattutto famiglie, giovani e insegnanti.
Ha sottolineato che negli ultimi anni c’è stata una sostanziale indifferenza verso il problema della droga, nonostante l’aumento delle dipendenze patologiche. E ha criticato l’atteggiamento di ignorare il problema finché non si verifica una tragedia, per poi dimenticarlo rapidamente senza affrontare le cause alla base.
Come se droga e dipendenza fossero eventi imprevedibili o inevitabili, che sono stati tollerati, minimizzati e talvolta persino promossi. Meloni invita a chiamare le cose con il loro nome e a riflettere sul modo in cui questa emergenza è stata affrontata.
E critica il cinico paradosso secondo il quale la droga viene spacciata come una forma di libertà, non riuscendo a comprendere come si possa considerare libertà qualcosa che rende schiavi.
Citando il filosofo francese Gustave Thibon, ricorda che l’uomo è libero quando dipende da ciò che ama, e diventa schiavo quando dipende da ciò che non può amare. E si chiede quali possano essere le motivazioni di chi assume droghe e come si possa amare una costrizione, la dipendenza appunto dalle droghe, erroneamente considerata persino una forma di libertà.
Il premier afferma di non amare l’ipocrisia e ricorda quindi che la droga fa sempre male, consumando pezzi di chi la assume e promettendo qualcosa che non può offrire in cambio di qualcosa che non può restituire. Questo implica una rinuncia a vivere appieno, a mettersi alla prova e a essere se stessi.
Per il presidente Meloni la droga illude le persone facendo loro credere che possa migliorare la loro vita, quando in realtà impedisce loro di viverla appieno e li indebolisce progressivamente. Tutte le droghe sono dannose senza distinzioni significative. E non si può condividere l’idea che esistano cdroghe senza conseguenze: è solo una bugia che ha avuto pesanti conseguenze sulla società.
Il presidente del Consiglio ricorda che non sono solo sue parole, ma i freddi numeri e l’esperienza degli esperti che confermano tale situazione. Mentre l’età media dell’uso di droghe sta diminuendo sempre di più, e l’Italia è salita nelle classifiche europee per l’uso di cannabis tra gli studenti, e la polidipendenza è sempre più diffusa tra i giovani.
Un’altra questione trascurata è l’aumento dell’aggressività delle sostanze, come dimostrato dalla percentuale di principio attivo – THC presente nelle sigarette di marijuana, che è enormemente superiore rispetto a 20, 30 o 40 anni fa.
Meloni si chiede se sia quindi corretto definire “leggero” qualcosa che contiene dal 25% al 78% di principio attivo. Il governo, spiega, non intende ignorare questa emergenza, ma affrontarla con coraggio e determinazione. Certo sarebbe più comodo politicamente fare finta di nulla e accondiscendere alle dipendenze per apparire anticonformisti e guadagnare consenso. In realtà non c’è nulla di più anticonformista che dire la verità e assumersi la responsabilità di ciò che si dice.
Il premier critica la politica che non riesce a fornire risposte adeguate ai giovani in termini di istruzione, lavoro, merito e opportunità. E che pensa di risolvere suggerendo ai giovani di “fumarsi una canna”, come fosse una compensazione. Questa non sarà certo mai la sua politica. Perché è finita l’era dell’indifferenza, della sottovalutazione, della normalizzazione, del lassismo e del disinteresse.
E lo Stato si assume la responsabilità di combattere un fenomeno che è fuori controllo. E maggiormente intollerabile è vedere bambini ricoverati in ospedale a causa dell’assunzione accidentale di droghe lasciate incustodite dai genitori e neonati che nascono in crisi da astinenza e devono essere tenuti sotto metadone appena nati. E chi volge lo sguardo altrove o accetta questa situazione ha un problema di coscienza di fronte a ciò che viene osservato nella quotidianità.
Il Governo, spiega Meloni, fin dall’inizio ha deciso con determinazione di invertire la rotta riguardo al problema della droga. Con una idea precisa sull’approccio necessario a affrontare questa tematica. E ha affidato la delega del Dipartimento a Mantovano, riconoscendo la sua esperienza e conoscenza nel settore come un valore aggiunto.
Allo stesso tempo sono state aumentate le competenze del Dipartimento, e si è ritenuto necessario istituire un fondo autonomo dedicato a tutte le dipendenze patologiche. Questa, spiega il presidente Meloni, è solo la fase iniziale del lavoro, e il Governo vuole lavorare insieme a coloro che, con la loro esperienza sul campo, hanno molto da insegnare alla politica. Vogliono mettere al centro la persona umana e far sì che lo Stato, le istituzioni e i servizi ascoltino i bisogni delle persone con un approccio multidimensionale e multidisciplinare che richiede un costante aggiornamento.
C’è quindi un cambio di paradigma, perché negli ultimi anni si è diffusa sempre di più nella società quella che Papa Francesco ha denunciato come “cultura dello scarto”. Una cultura che considera le persone utili solo in base a determinati parametri e tende a emarginarle se non corrispondono ai canoni di perfetti produttori o consumatori.
Così sono marginalizzati e scartati gli anziani, nonostante abbiano esperienza da condividere; i disabili, ignorando il loro potenziale educativo; e i tossicodipendenti, nonostante sia dimostrato che possono essere curati e reintegrati nella società, diventando persone in grado di insegnare agli altri dopo aver ricevuto aiuto.
Il governo vuole quindi combattere questa cultura dello scarto, perché ogni individuo è unico e irripetibile, dotato di un codice genetico unico, e la grandezza sta nell’esprimere la propria unicità. Questo conferisce un valore intrinseco a ogni persona, indipendentemente da parametri esterni. I presidente Meloni sottolinea che il tema principale non è quindi la sostanza in sé, ma la persona, poiché la causa del problema risiede nella persona stessa, mentre la sostanza è solo l’effetto.
Per il testo integrale dell’intervento del presidente Meloni vedi, sulla rivista Fede e Ragione: L’intervento del premier Meloni alla Giornata mondiale contro le droghe.