Così Presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo all’Assemblea Assolombarda 2023.
Meloni, nel proprio discorso, sottolinea l’importanza dell’industria manifatturiera italiana a livello europeo e mondiale. Riconosce il ruolo trainante delle imprese nel territorio rappresentato da Assolombarda, che comprende la città metropolitana di Milano e le province di Lodi, Pavia e Monza e Brianza. Meloni evidenzia che nonostante i risultati positivi del settore, viene ancora sottovalutata l’importanza dell’industria italiana, mentre si tende ad elevare altre realtà esterne senza nulla da imparare. Fa riferimento alla capacità di ripresa delle imprese italiane nel post-pandemia, evidenziando che hanno ottenuto risultati migliori rispetto ad economie considerate storicamente più performanti.
Il premier esalta la capacità di ripresa dell’economia italiana, che registra una crescita superiore alle aspettative con una stima del PIL al +1,2% nel 2023, superando la media europea e altre principali economie continentali. Sottolinea i positivi dati sull’occupazione, con il record di contratti stabili e il tasso di disoccupazione ai minimi dal 2009, certificati dall’Istat. Pur dando merito al lavoro del governo, Meloni attribuisce questi risultati al lavoro degli imprenditori, criticando l’atteggiamento di sminuire i successi del paese come un comportamento autodistruttivo che va combattuto. Esprime il desiderio di spezzare questa narrazione negativa e ripartire dal valore del modello industriale italiano, sostenendo l’importanza di orgoglio, ottimismo e fiducia. Afferma di avere l’orgoglio di guidare la nazione, l’ottimismo riguardo a un futuro migliore e la fiducia che il declino possa essere invertito, sottolineando che il declino non è un destino ma una scelta. Assicura che il governo ha un chiaro piano di azione per affrontare le sfide e lavora a livello nazionale ed europeo.
Meloni sottolinea l’importanza della dimensione europea e internazionale, poiché si vive in un quadro globale in continua evoluzione. Si affrontano processi epocali di transizione digitale, energetica e ambientale, insieme a nuove logiche e assetti dei mercati globali. Si riconosce che l’Italia sta vivendo una fase di stabilità politica senza precedenti, mentre l’Europa, rispondendo alle azioni di altri attori globali come la Cina e gli Stati Uniti, sembra gradualmente prendere coscienza del suo ruolo. Tuttavia, si ammette che qualcosa non ha funzionato nel passato, poiché l’approvvigionamento energetico e di materie prime è diventato un punto di vulnerabilità per l’Europa, nonostante le origini della Comunità economica del carbone e dell’acciaio. Oggi si sta finalmente riscoprendo l’importanza delle catene di approvvigionamento fondamentali, del controllo degli asset strategici e dell’autonomia strategica, oltre al ruolo geopolitico che l’Europa deve assumere.
Il presidente del Consiglio afferma che le crisi rappresentano anche un’opportunità e richiedono scelte decisive. La politica deve tornare ad essere autorevole, centrale e responsabile nel tracciare una rotta. È necessario un nuovo modello di relazioni economiche per accompagnare Italia ed Europa, considerando l’Inflation Reduction Act e il piano di investimenti statunitense per la transizione energetica ed ecologica. Sebbene questo piano possa comportare rischi di delocalizzazione per alcuni produttori europei, offre anche l’opportunità di diventare un fornitore alternativo per alcune materie prime critiche e settori ad alto contenuto tecnologico. La sfida delle materie prime critiche rappresenta una delle principali sfide attuali.
Meloni sottolinea l’importanza di una transizione ecologica che sia equilibrata e che tenga conto della sostenibilità sociale ed economica. La difesa dell’ambiente deve avvenire considerando l’importanza dell’opera umana e della sicurezza del territorio. La differenza tra il loro approccio e un certo ambientalismo ideologico risiede nell’approccio pragmatico che adottano. Un esempio citato è il regolamento sui veicoli leggeri, dove l’Italia ha assunto un ruolo coraggioso nel consentire l’immatricolazione di veicoli con motori endotermici alimentati da combustibili a basse emissioni di CO2 fino al 2035.