Il Pontefice: lavorare per superare miseria e malnutrizione.
Così il Papa nel proprio Messaggio ai partecipanti alla XLIII conferenza della FAO. Il Pontefice ha salutato i partecipanti, il Presidente dell’Assemblea, la Signora Marie-Claude Bibeau, Ministro dell’Agricoltura e dell’Agroalimentare del Canada, e il Direttore Generale della Fao, il Signor Qu Dongyu, “incoraggiandolo al tempo stesso a continuare la sua opera, in un momento in cui è ineludibile un’azione decisa e competente per sradicare la piaga della fame nel mondo, che avanza invece di retrocedere”.
Papa Francesco ha ricordato che “milioni di persone continuano a subire la miseria e la malnutrizione nel mondo, a causa di conflitti armati, come pure del cambiamento climatico e dei conseguenti disastri naturali”. E che i massicci spostamenti di persone, insieme agli effetti delle tensioni politiche, economiche e militari a livello globale, compromettono gli sforzi per migliorare le condizioni di vita delle persone nel rispetto della loro dignità intrinseca.
Il Pontefice ha anche riaffermato, esclamando, che :”la povertà, le disuguaglianze, la mancanza di accesso a risorse elementari come il cibo, l’acqua potabile, la sanità, l’educazione, l’alloggio, sono un grave affronto alla dignità umana”.
Purtroppo l’obiettivo prefissato di azzeramento della fame non mondo non sarà raggiungibile “entro il termine fissato dalla comunità internazionale”. Allo stesso tempo, però, “l’incapacità ad adempiere alle responsabilità comuni non deve portarci a trasformare le intenzioni iniziali in nuovi programmi riveduti che, invece di beneficare le persone soddisfacendo le loro necessità reali, non ne tengono conto”.
Dobbiamo anzi “essere molto attenti e rispettosi verso le comunità locali, la diversità culturale e le specificità tradizionali, che non si possono alterare né distruggere in nome di un’idea miope di progresso che, in realtà, corre il rischio di diventare sinonimo di colonizzazione ideologica”. Il Papa quindi ribadisce con vigore che gli interventi e i progetti devono essere pianificati e realizzati in risposta alle esigenze e alle richieste delle persone e delle loro comunità. Non devono essere imposti dall’alto o dettati da entità che perseguono solo i propri interessi o profitti.
Oggi ci troviamo quindi di fronte a una sfida: “l’azione congiunta e collaborativa” di tutte le nazioni. Non si possono quindi accettare conflitti o opposizioni “quando le enormi sfide attuali richiedono un approccio olistico e multilaterale”.
La FAO e altre organizzazioni internazionali possano adempiere al loro mandato e coordinare misure preventive significative a beneficio di tutti, in particolare dei più poveri, è necessaria una sinergia leale, consensuale e lungimirante da parte di tutti gli attori interessati. Governi, imprese, mondo accademico, istituzioni internazionali, società civile e individui devono unire le forze, superando logiche egoistiche e visioni distorte, affinché tutti possano trarne vantaggio e nessuno venga lasciato indietro.
Anche la Santa Sede, “continuerà a dare il suo contributo a favore del bene comune, offrendo l’esperienza e l’operato delle istituzioni legate alla Chiesa cattolica, affinché nel nostro mondo nessuno sia privo del pane quotidiano e si conceda al nostro pianeta la protezione che richiede, di modo che torni a essere il bel giardino che è uscito dalle mani del Creatore per diletto dell’essere umano”.