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La conferenza stampa del Presidente Meloni al vertice NATO

Meloni-conferenza-stampa-vertice-Nato-12.07.2023

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Vertice NATO a Vilnius, il testo integrale conferenza stampa del Presidente Meloni

Si è concluso, si sta concludendo per la verità con la conferenza stampa del Segretario generale Stoltenberg, questo Vertice NATO, che chiaramente non era un Vertice come gli altri. Particolarmente il tema dell’aggressione russa all’Ucraina e il domino di conseguenze che il conflitto ha provocato hanno, in questo anno e mezzo, messo in discussione molte delle nostre certezze. Però c’è da dire che in questo mondo sempre più incerto anche questo Vertice è riuscito a ribadire una delle certezze che abbiamo avuto in questo tempo: che è l’unità dell’Alleanza Atlantica, che è la determinazione di tutti gli alleati a difendere i propri valori, a difendere le regole del diritto internazionale, senza le quali nessuno di noi sarebbe al sicuro. Difendere il diritto internazionale, difendere la sicurezza comune è anche il modo migliore che abbiamo per difendere la sicurezza dei nostri cittadini.

Io voglio fare le mie congratulazioni al Presidente della Lituania, Gitanas Nausėda, che incontrerò a breve in un bilaterale, l’ultimo impegno che avrò a questo Vertice NATO. Voglio congratularmi con il Segretario Stoltenberg, anche per la proroga del suo mandato, che chiaramente racconta l’eccezionalità del momento ma racconta anche di una leadership che è stata, in un momento difficile, ferma e sicuramente equilibrata.

Il Vertice, dicevamo, si tiene in un momento storico, eccezionale, non poteva non assumere decisioni che fossero all’altezza di questo tempo in tema di deterrenza e difesa, attraverso misure che includono nuovi piani di difesa regionale, relative forze in stato di massima prontezza. L’Italia ha sostenuto e sostiene gli adattamenti in corsa, come dimostrano gli importanti contributi che l’Italia offre in tutto il fianco orientale e nel Mediterraneo e che sono stati anche rivendicati, nel senso che noi abbiamo rivendicato il ruolo nell’Alleanza, abbiamo rivendicato l’attenzione che in questo momento va data particolarmente al fianco orientale, ma abbiamo anche chiesto maggiore attenzione nei confronti del fianco Sud.

Perché noi viviamo in un mondo nel quale tutto è interconnesso e ogni cosa che accade si ripercuote anche negli altri quadranti. La guerra in Ucraina ha avuto, per capirci, pesanti ripercussioni soprattutto sui Paesi in via di sviluppo: penso all’Africa, torno all’Africa non perché il Governo italiano abbia una fissazione, banalmente perché è uno dei quadranti sui quali maggiormente si vedono ogni giorno le conseguenze del conflitto ucraino.

Quelle conseguenze creano fattori di maggiore instabilità, in quella instabilità si inseriscono spoiler esterni e un’avanzata che noi continuiamo a vedere del fondamentalismo e inevitabilmente tutto si ripercuote anche da noi, si ripercuote in Europa e noi siamo particolarmente sensibili perché chiaramente siamo i vicini più prossimi. Viviamo in un contesto nel quale, essendo il mondo interconnesso, bisogna avere la capacità di vedere la “scacchiera” nel suo complesso; in un mondo nel quale le guerre sono sempre più ibride e noi dobbiamo tenere conto di questi fattori.

Eravamo abituati che quando si parlava di difesa bastava dedicarsi ai settori che erano propri, tradizionali, della difesa, poi abbiamo piano piano aggiunto la cybersicurezza, poi lo spazio, il mare, i fondali marini. Oggi ci troviamo a parlare spesso del cosiddetto “sesto dominio”, che è quello della sistematica disinformazione che viene portata avanti nel tentativo di condizionare le nostre pubbliche opinioni. E l’approccio dell’Alleanza, questa è la posizione che l’Italia ha portato, una delle posizioni che l’Italia ha portato in questo dibattito, deve essere autenticamente a 360 gradi, sia in tema geostrategico, sia in tema di elementi che servono a garantire domini che servono a garantire la sicurezza dei nostri cittadini.

Noi abbiamo parlato oggi con i nostri partner dell’Indo-Pacifico, ad esempio di Cina. Ma parlare di un rivale sistemico come la Cina senza tenere a mente il tema delle catene di approvvigionamento, senza tenere a mente il tema del controllo delle materie prime critiche, è come, appunto, se in una partita a scacchi noi muovessimo la Regina senza accorgerci che dall’altra parte della scacchiera c’è l’Alfiere pronto a mangiarlo e quindi bisogna avere un approccio sempre più a 360 gradi. Chiaramente per noi il tema del rapporto e del dialogo con i Paesi del Sud globale, di una cooperazione non predatoria con questi Paesi, il tema delle catene di approvvigionamento, del controllo delle catene approvvigionamento strategico, così come il tema della salvaguardia di un vantaggio tecnologico in tema di difesa che l’Alleanza ha sempre avuto, sono aspetti fondamentali su quali bisogna lavorare, bisogna lavorare insieme.

Così come è importante il continuare a investire per rafforzare la nostra industria, le nostre capacità nella difesa. È ovvio, lo condividiamo tutti, la nostra libertà ha un costo, questo vale la pena di ricordarlo a chi vorrebbe che smobilitassimo, perché quello che si investe in difesa torna dieci, cento volte tanto in termini di capacità di difendere i propri interessi nazionali e quelli che dicono che dobbiamo smobilitare e, allo stesso tempo, denunciano certe ingerenze devono capire che le due cose non stanno insieme. Noi vogliamo essere una Nazione e crediamo che l’Europa e i nostri partner debbano essere capaci di difendere il più possibile i loro interessi nazionali e questo si fa anche con la capacità che si ha di difendersi, ma non è solo un fatto di numeri.

Per noi non è solo un fatto di numeri, è un altro tema che abbiamo portato all’attenzione dei nostri partner nella NATO, noi abbiamo come Italia sempre fatto la nostra parte, continueremo a fare la nostra parte, però crediamo che nell’impegno, ad esempio sul 2% di spesa dedicata alla difesa in rapporto al PIL, si debba tenere conto della progressione, della sostenibilità; e si debba tenere conto anche della responsabilità e della partecipazione al funzionamento dell’alleanza che ogni alleato assume. Lo dico da Presidente del Consiglio dei Ministri di una Nazione che con i suoi quasi 3.000 uomini è il principale contributore in termini di presenza nelle missioni di pace, nelle missioni dell’Alleanza Atlantica all’estero e credo che questo vada riconosciuto.

Ovviamente si è parlato molto di Ucraina, abbiamo oggi inaugurato questo nuovo importante Consiglio NATO-Ucraina con la presenza del Presidente Zelensky, abbiamo ascoltato l’aggiornamento del Presidente Zelensky, continuiamo a lavorare per favorire le condizioni per un processo negoziale che porti a una pace giusta, una pace duratura, una pace globale.

È evidente, per come la vediamo noi, che senza adeguate garanzie di sicurezza per l’Ucraina sia molto più difficile arrivare alla pace, atteso che, come noi sappiamo, la Russia in passato ha molto spesso violato i patti che aveva sottoscritto. Quindi il tema delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina è un tema propedeutico anche a favorire un processo di pace. Noi abbiamo lavorato come Italia, lavoriamo per offrire queste garanzie, abbiamo sostenuto, siamo stati tra i Paesi in prima fila nel sostenere l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea.

Sono stati segnati alcuni passi in avanti molto importanti e concreti in questo Vertice per il futuro accesso dell’Ucraina nella NATO. Come dicevo, è nato il Consiglio NATO-Ucraina come forum principale per la consultazione e per il processo decisionale; è stato varato un pacchetto pluriennale di sostegno pratico, il Comprehensive Assistance Package; è stato snellito il percorso di adesione all’Alleanza Atlantica, pur ribadendo che l’Ucraina entrerà a far parte della NATO quando le condizioni lo permetteranno.

Sempre in tema di Ucraina, a margine del Vertice NATO, come avete visto è stata firmata anche una dichiarazione congiunta dei leader del G7, che è una cornice plurilaterale per una rete di accordi bilaterali utili a rafforzare l’Ucraina; importante per noi perché, come sapete, noi il prossimo anno ospiteremo il G7 ed è un’occasione nella quale ovviamente intendiamo giocare un ruolo di primo piano anche sul tema della ricostruzione.

L’avete visto in passato, l’avete visto con le conferenze che il Governo italiano ha organizzato; e ho detto e ribadisco che io considero lavorare sulla ricostruzione dell’Ucraina anche un modo per scommettere sulla vittoria, anche un modo per scommettere su un futuro di pace, di libertà, di benessere, un futuro euro-atlantico per questa Nazione aggredita. I Paesi membri, dicevo, hanno avuto anche una sessione allargata ai quattro partner dell’Indo-Pacifico, alle istituzioni europee.

Anche qui il partenariato strategico tra NATO e Unione europea è fondamentale perché si possano raggiungere questi obiettivi comuni, non deve esserci tra queste organizzazioni competizione, deve esserci complementarietà. Ed è fondamentale la complementarietà nelle strategie, perché nel momento nel quale – ad esempio – noi decidiamo come NATO di rafforzare la nostra industria della difesa, è evidente che quando in Europa, nell’Unione europea, trattiamo le regole della governance, le regole future che riguardano i nostri investimenti, non possiamo non tener conto, per esempio, nel rapporto tra deficit e PIL, di quelli che sono gli investimenti su scelte che insieme abbiamo considerato strategiche.

A margine del vertice NATO e dell’iniziativa G7 ho avuto anche alcuni incontri, pull-aside e bilaterali. Dicevo, adesso vedrò il Primo Ministro della Lituania. Ho incontrato il Presidente Erdogan con il quale abbiamo parlato molto di Mediterraneo, di energia, di migrazione, di pace rispetto al conflitto. Ho parlato con il Primo Ministro Rishi Sunak. Con il Presidente Biden, che mi ha invitato alla Casa Bianca il prossimo 27 luglio. E quindi molti incontri anche bilaterali, durante questo importante Vertice.

Sono complessivamente soddisfatta del segnale che l’Alleanza Atlantica ha fornito in questi giorni, del segnale di compattezza: credo che sia la cosa più preziosa che abbiamo in questa fase. È stato un lavoro ovviamente lungo, a tratti difficile, ma siamo credo tutti molto soddisfatti e credo che anche l’Italia possa essere soddisfatta del contributo che ha portato, sia nella redazione dei numerosi documenti, delle conclusioni, sia ovviamente nel dibattito di questi giorni.

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