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Papa Francesco: no alle soddisfazioni apparenti di consumismo e edonismo

Papa Francesco 15 marzo 2017

Il Pontefice: educare al bene i propri figli.

Così il Papa oggi all’Angelus, in piazza San Pietro, partendo dal Vangelo odierno, la parabola del seminatore. Una immagine, quella della semina, “molto bella”, e Gesù utilizza “per descrivere il dono della sua Parola”. Papa Francesco invita ad immaginare”un seme: è piccolo, quasi non si vede, ma fa crescere piante che portano frutti”.

Allo stesso modo, la Parola di Dio è “un piccolo libro, semplice e alla portata di tutti, che produce vita nuova in chi lo accoglie”. In tale metafora, “la Parola è il seme, noi siamo il terreno” e possiamo decidere se “riceverla oppure no”. Allo stesso tempo, Gesù è un “buon seminatore”, e “non si stanca di seminarla con generosità”. Come un agricoltore con il proprio terreno, “sa che i sassi della nostra incostanza e le spine dei nostri vizi possono soffocare la Parola”. Ciò nonostante spera sempre che portiamo “frutto abbondante”.

Allo stesso modo, anche noi “siamo chiamati” a “seminare senza stancarci”, spiega il Pontefice, facendo alcuni esempi: i genitori, i giovani, i religiosi, e tutti noi.

I genitori

I genitori ad esempio “seminano il bene e la fede nei figli, e sono chiamati a farlo senza scoraggiarsi se a volte questi sembrano non capirli e non apprezzare i loro insegnamenti, o se la mentalità del mondo rema contro”. Perché anche se il terreno è arido e difficile, “il seme buono resta, questo è ciò che conta, e attecchirà a tempo opportuno”.

Il Papa avverte i genitori di non stancarsi, di non  cedere alla sfiducia, e di non rinunciare a seminare, lasciando “i figli in balia delle mode e del cellulare, senza dedicare loro tempo, senza educarli”. Perché in questo modo anche “il terreno fertile si riempirà di erbacce”.

I giovani

Anche i giovani, spiega poi “possono seminare il Vangelo nei solchi della quotidianità”. Possono farlo “ad esempio con la preghiera: è un piccolo seme che non si vede, ma con il quale si affida a Gesù tutto quello che si vive, e così Lui può farlo maturare”.

E con il tempo che dedicano “agli altri, a chi ha più bisogno”. Può sembrare tempo “perso, invece è tempo santo, mentre le soddisfazioni apparenti del consumismo e dell’edonismo lasciano le mani vuote”. Così come nello studio, che “è faticoso e non subito appagante, come quando si semina, ma è essenziale per costruire un futuro migliore per tutti”.

I religiosi e i laici che predicano la parola di Dio

Anche i sacerdoti, religiosi e laici che vivono e annunciano la parola di Dio, e seminano il Vangelo, spesso non vedono “successi immediati”. Non devono però dimenticare che “quando annunciamo la Parola, che anche dove sembra non succeda nulla, in realtà lo Spirito Santo è all’opera e il regno di Dio sta già crescendo, attraverso e oltre i nostri sforzi”.

Papa Francesco invita quindi ad andare “avanti con gioia” ricordando “le persone che hanno posto il seme della Parola di Dio nella nostra vita”, e chiedendosi come è cominciata la propria fede, se in modo immediato, oppure dopo anni da quando abbiamo visto il loro esempio.

Interrogarsi: seminiamo del bene ?

Il Papa invita a porsi degli interrogativi decisivi. “io semino del bene? Mi preoccupo solo di raccogliere per me o anche di seminare per gli altri? Getto qualche seme di Vangelo nella vita di tutti i giorni: studio, lavoro, tempo libero? Mi scoraggio o, come Gesù, continuo a seminare, anche se non vedo risultati immediati?” E prega la Beata Vergine del Monte Carmelo, di aiutare tutti “ad essere seminatori generosi e gioiosi della Buona Notizia”.

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