Giornale Online Direttore Paolo Centofanti

Lavoro

Salario minimo, Cassazione: deve rispettare il minimo costituzionale

sentenza

La Suprema Corte ribadisce la necessità di un salario congruo e dignitoso, anche se diverso da quanto previsto dai contratti collettivi.

La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza numero 27711/2023, ha fornito importanti chiarimenti riguardo al salario minimo legale, enfatizzando la necessità di congruità e adeguatezza rispetto ai parametri costituzionali. Secondo la Corte, la legge sul salario minimo legale non può semplicemente deferire alla contrattazione collettiva senza considerare i principi costituzionali di sufficienza e adeguatezza della retribuzione.

La Cassazione sottolinea che la remunerazione dovrebbe non solo riflettere la quantità e la qualità del lavoro svolto, ma anche assicurare un tenore di vita dignitoso ai lavoratori. Questo punto di vista si discosta dall’interpretazione del salario come semplice “prezzo di mercato” in cambio del lavoro prestato.

Inoltre, la sentenza specifica che i salari stabiliti attraverso contratti collettivi possono, in realtà, essere analizzati e, se necessario, modificati dai giudici in caso di potenziale conflitto con l’articolo 36 della Costituzione italiana. Tale articolo garantisce sia un salario proporzionato all’attività prestata sia un compenso sufficiente per mantenere un’esistenza dignitosa e libera per il lavoratore e la sua famiglia.

Nel dettaglio, i giudici di legittimità sostengono che per determinare il giusto salario minimo costituzionale, possono essere considerati non solo i salari stabiliti da contratti collettivi di settori simili o per mansioni analoghe, ma anche indicatori economici e statistici, seguendo le linee guida stabilite dalla Direttiva UE 2022/2041.

La decisione della Cassazione, quindi, accoglie il ricorso di un dipendente che aveva presentato una richiesta giudiziaria per ottenere un adeguamento salariale, cassando con rinvio la precedente sentenza d’appello contraria.

Comments

comments