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Diritti e inclusione

Cassazione: stalking da un condomino, l’invasione nella sfera personale del vicino è sufficiente

Corte-di-Cassazione-Roma

Sentenza della Corte di Cassazione: per configurare lo stalking è sufficiente l’invasione nella sfera personale del vicino.

Per configurare il reato di stalking, è necessario che le condotte molestatrici creino uno stato di ansia o alterino le abitudini di vita della vittima.

La prova dell’evento di reato deve essere basata su elementi sintomatici del turbamento psicologico della vittima. La reciprocità dei comportamenti molesti non esclude la configurabilità del reato, ma richiede una motivazione più accurata in merito all’evento di danno. Lo afferma la sentenza della Corte di Cassazione n.39675 del 29 settembre 2023.

Nella sentenza della Cassazione, si è affrontata la questione dell’atto di stalking perpetrato da un singolo condomino contro i suoi vicini. Il tribunale aveva condannato l’imputata per atti persecutori, ma in appello fu assolta. La Cassazione ha ribaltato la decisione d’appello e ha chiarito che per configurare il reato di stalking, non è necessaria la reciprocità dei comportamenti molesti, ma è essenziale che tali comportamenti creino uno stato di ansia duraturo o alterino le abitudini di vita della vittima.

La prova dell’evento di reato deve basarsi su elementi sintomatici del turbamento psicologico della vittima, come le sue dichiarazioni e i suoi comportamenti conseguenti. La sentenza sottolinea inoltre che la motivazione della sentenza d’appello deve essere puntuale e adeguata, fornendo una giustificazione razionale della decisione. La reciprocità dei comportamenti molesti non esclude la configurabilità del reato, ma richiede una motivazione più accurata in merito all’evento di danno.

Immagine: Corte di Cassazione, Roma, foto di Paolo Centofanti, direttore Fede e Ragione.

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