Studio svela l’influenza duratura del fumo sulle risposte immunitarie, mettendo in luce il ruolo di BMI e infezioni latenti.
Il fumo ha un impatto duraturo su specifiche risposte immunitarie umane, che persiste a lungo dopo aver smesso, secondo quanto riportato in un articolo pubblicato questa settimana su Nature. Lo studio, che esplora una serie di fattori che potrebbero contribuire alla variabilità nelle risposte immunitarie, identifica anche l’indice di massa corporea – BMI e le infezioni latenti da citomegalovirus (un virus comune) come influenze sostanziali sulle risposte immunitarie. Queste scoperte potrebbero offrire spunti sui fattori che potenzialmente sottostanno al rischio di sviluppare infezioni e altre malattie correlate al sistema immunitario, come il cancro o le malattie autoimmuni.
Nature press briefing Martedì 13 Febbraio
Esiste una notevole variabilità nel modo in cui gli esseri umani rispondono alle sfide immunitarie, come le infezioni batteriche o virali, come dimostrato dalla diversa gamma di esiti clinici osservati dopo l’infezione con SARS-CoV-2. Età, sesso e fattori genetici giocano un ruolo importante in questa variabilità, ma anche fattori ambientali modificabili, come lo stile di vita, possono contribuire. Comprendere come tali variabili influenzano le risposte immunitarie potrebbe migliorare la progettazione di trattamenti e vaccini.
Darragh Duffy, Violaine Saint-Andre e colleghi hanno investigato gli effetti di 136 fattori ambientali sulla variabilità delle risposte immunitarie in 1.000 individui. Hanno esaminato in particolare la secrezione di citochine, proteine rilasciate quando il corpo incontra un patogeno, che hanno un ruolo nel coordinare la risposta immunitaria necessaria per combattere il patogeno. Tra i fattori ambientali studiati, il fumo è stato mostrato avere la maggiore influenza sulle risposte immunitarie. Ha influenzato sia l’immunità innata che quella adattativa—la prima è una risposta generale mentre la seconda è più specializzata e specifica per il patogeno. Mentre gli effetti sulle risposte innate (come l’aumento delle risposte infiammatorie) erano transitori e scomparivano dopo la cessazione del fumo, gli effetti sulla risposta adattativa persistono per molti anni dopo aver smesso, alterando i livelli di citochine rilasciate in caso di infezione o altre sfide immunitarie.
Anche BMI e citomegalovirus sono stati trovati avere effetti notevoli sulla secrezione di citochine, ma la varianza associata al fumo raggiunge livelli equivalenti a quelli legati a fattori che non possiamo cambiare, come età, sesso e genetica. Duffy e colleghi riconoscono alcune limitazioni del loro studio, come l’assenza di un gruppo di replicazione e la limitata diversità genetica negli individui studiati. I risultati forniscono però nuove intuizioni sugli impatti del fumo sulla salute umana e aiutano la nostra comprensione del ruolo che i fattori ambientali modificabili hanno sulla variabilità della risposta immunitaria. Questi risultati forniscono “una base scientifica per promuovere ulteriormente il non fumo e uno stile di vita sano”, scrivono Yang Luo e Simon Stent in un News and Views collegato.