La Rai sotto esame per l’utilizzo di droni da parte della troupe di Porta a Porta: tra diritti alla privacy e uso etico della tecnologia.
Il Garante della privacy italiano ha lanciato un’indagine sulla Rai a seguito di una controversia riguardante l’uso di droni da parte di una troupe del programma televisivo Porta a Porta. Il programma si è trovato al centro delle attenzioni dopo che è stato rivelato l’uso di droni per riprendere l’abitazione torinese di John Elkann.
La mossa del Garante punta a scrutinare la conformità di tali azioni con le leggi italiane sulla privacy e la protezione dei dati personali, che enfatizzano il rispetto dei principi di liceità, correttezza e trasparenza nella raccolta dei dati. Le disposizioni vietano esplicitamente l’uso improprio di tecniche ritenute invasive, come potrebbe essere considerato l’uso dei droni per catturare immagini private senza consenso.
Nonostante le immagini acquisite tramite drone non siano state trasmesse né si preveda che lo saranno, l’incidente ha sollevato questioni significative sul confine tra la libertà di stampa e il diritto alla privacy individuale. In risposta alle azioni della troupe di Porta a Porta, gli avvocati di Elkann hanno intrapreso azioni legali.
La Rai, il servizio pubblico radiotelevisivo italiano, è stata chiamata a fornire chiarimenti e documentazione riguardo l’episodio entro un termine di dieci giorni, come richiesto dall’Autorità per la protezione dei dati personali. Questo episodio evidenzia pure la crescente preoccupazione per l’equilibrio tra le esigenze del giornalismo investigativo e il rispetto dei diritti individuali all’intimità e alla privacy, un dibattito sempre più rilevante nell’era digitale e delle tecnologie emergenti.