Nuovi studi rivelano che l’eruzione del 726 d.C. potrebbe essere stata molto più esplosiva di quanto si pensasse, e svelano nuovi rischi legati alla caldera di Santorini.
Un’importante scoperta geoscientifica emerge dalle profondità delle acque che circondano l’isola di Santorini, in Grecia, gettando nuova luce sull’attività vulcanica storica dell’area. Un recente studio pubblicato su Nature Geoscience rivela che l’eruzione del vulcano Kameni, situato nella caldera di Santorini, avvenuta nel 726 d.C., potrebbe essere stata significativamente più esplosiva di quanto precedentemente ritenuto.
Santorini, nota per la sua affascinante bellezza e la ricca storia vulcanica, è caratterizzata da una caldera multiciclica, ovvero una grande depressione formata in seguito all’eruzione e al successivo collasso di un vulcano. Tali cicli sono tradizionalmente contrassegnati da periodi prolungati di attività vulcanica da effusiva a moderatamente esplosiva, intercalati da eventi maggiori che portano alla formazione di nuove caldere.
La più recente eruzione che ha formato la caldera di Santorini, avvenuta intorno al 1600 a.C., ha lasciato un’impronta indelebile nell’isola, trasformandola in un anello di isole più piccole e segnando l’inizio di un nuovo ciclo vulcanico con la formazione del vulcano Kameni al suo centro. La storia eruttiva di questo vulcano è stata fino ad ora ricostruita attraverso depositi terrestri e documenti storici.
Jonas Preine e il suo team hanno condotto un’indagine sottomarina della caldera, analizzando sedimenti ottenuti da quattro siti di carotaggio profondo vicino a Kameni e dati sismici di riflessione. Hanno identificato uno spesso strato di pomice vulcanica e cenere sepolto all’interno della caldera, riconducendolo a un’eruzione del vulcano Kameni intorno al 726 d.C. Questo strato di cenere e roccia, con un volume stimato fino a 3.1 km³, suggerisce un’entità eruttiva di magnitudo cinque, superando così gli scenari eruttivi peggiori precedentemente ipotizzati per Santorini.
Questi risultati indicano che la caldera di Santorini ha la capacità di produrre eruzioni esplosive anche durante periodi che si pensava fossero dominati da attività vulcanica più mite. Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione del comportamento vulcanico delle caldere, ma solleva anche nuove questioni riguardanti la valutazione dei rischi associati a tali fenomeni naturali, concludono gli autori dello studio.
Articolo Nature Geoscience: Hazardous explosive eruptions of a recharging multi-cyclic island arc caldera. DOI 10.1038/s41561-024-01392-7 .
Immagine: Le famose case di Santorini si affacciano sulla caldera. Credits: Jonas Preine, jonas.preine@uni-hamburg.de.
Video: volo di un drone sopra la JOIDES Resolution. Il Derrick si innalza a 65 metri sopra il livello del mare. Credits: Erick Bravo e Thomas Ronge – JRSO-IODP.