No agli egoismi, che impediscono una società più giusta e umana.
Nell’omelia tenuta da Papa Francesco durante la Veglia Pasquale di ieri, Sabato Santo, 30 marzo 2024, nella Basilica di San Pietro, il Pontefice ha offerto un messaggio profondo e ricco di speranza, incentrato sulla potenza trasformativa della Resurrezione di Cristo. Al cuore del suo discorso, vi è la riflessione sul cammino delle donne verso il sepolcro di Gesù al mattino di Pasqua, un cammino che, nonostante fosse intrapreso fisicamente, era interiormente fermo a causa del dolore e della disperazione per la morte di Cristo.
Papa Francesco ha evidenziato come queste donne, pur avvolte nel buio della notte della loro anima, siano state le prime testimoni della sorprendente verità della Pasqua: la pietra era già stata rotolata via dal sepolcro, simbolo della vittoria della vita sulla morte, della luce sulle tenebre. Questo evento non solo segna la fine della disperazione ma anche l’inizio di una nuova speranza e possibilità per l’umanità.
Il Papa ha poi esteso questa riflessione alla vita di ogni individuo, sottolineando come ognuno di noi possa trovarsi di fronte a “macigni della morte” – paure, sofferenze, fallimenti – che sembrano soffocare la vita e la speranza dentro di noi. Questi “macigni” rappresentano le varie forme di dolore e ostacoli che incontriamo nella nostra esistenza, dalle perdite personali agli insuccessi, dalle delusioni alle ingiustizie sociali.
Tuttavia, il messaggio centrale dell’omelia è uno di inarrestabile ottimismo e fede nella potenza salvifica di Cristo. Papa Francesco ci invita a “alzare lo sguardo” verso Gesù Risorto, che con la Sua resurrezione ha vinto la morte e aperto per noi la via verso una nuova vita piena di speranza e liberazione dai nostri “sepolcri” interiori. La resurrezione di Cristo è presentata come una fonte di rinnovamento spirituale e liberazione, capace di rotolare via i massi che opprimono l’anima e di aprire il cuore alla gioia e alla speranza, indipendentemente dalle circostanze della vita.
In una parte particolarmente incisiva dell’omelia, Papa Francesco si è soffermato sulla piaga dell’egoismo, descrivendolo come un “muro di gomma” che non solo ci isola gli uni dagli altri, ma ci separa anche dal cammino verso la vera gioia e speranza portate dalla risurrezione di Cristo. L’egoismo, ha sottolineato il Papa, ci chiude dentro noi stessi, rendendoci incapaci di vedere oltre le nostre immediate preoccupazioni e desideri, bloccandoci in un sepolcro di indifferenza che impedisce la vera comunione con gli altri e con Dio.
“Questi muri di gomma dell’egoismo e dell’indifferenza”, ha detto il Santo Padre, “sono veri ostacoli che respingono l’impegno a costruire società più giuste e umane. Sono barriere che frenano gli slanci di generosità e ci impediscono di aprirci all’amore e alla condivisione”. In questo contesto, l’invito di Papa Francesco è stato chiaro: per poter realmente sperimentare la trasformazione promessa dalla Pasqua, dobbiamo prima rotolare via il macigno dell’egoismo dal nostro cuore. Solo allora potremo camminare liberamente verso la luce della speranza e della resurrezione, vivendo pienamente il comandamento dell’amore che Cristo Risorto ci ha lasciato come eredità.
L’egoismo, quindi, non è solo un ostacolo personale ma anche collettivo verso la realizzazione di una società basata sulla giustizia, sulla pace e sull’amore. La risurrezione di Cristo ci chiama a superare questi muri, invitandoci a una vita di donazione e servizio verso gli altri, in cui ogni gesto di amore e generosità contribuisce a costruire il Regno di Dio qui sulla terra. Papa Francesco ci ricorda che la vera risurrezione inizia nel cuore di ciascuno, quando scegliamo di rotolare via le pietre dell’egoismo e vivere secondo il Vangelo della fraternità e della solidarietà.
Papa Francesco conclude il suo messaggio invitando tutti a lasciare che la gioia della Pasqua penetri nei cuori, a cantare insieme la risurrezione di Gesù e a rinnovare il nostro “sì” a Lui. Questo rinnovamento è visto come un passaggio dal buio alla luce, dalla morte alla vita, segnando così la vera essenza della Pasqua come “festa dei viventi”.
Attraverso questa omelia, il Santo Padre non solo riflette sul significato profondo della Pasqua ma anche su come la risurrezione di Cristo possa influenzare e trasformare la nostra vita quotidiana, invitandoci a superare le sfide e le sofferenze con fede e speranza.