Il Papa sottolinea la convergenza tra Ramadan e Pasqua e invoca una risoluzione pacifica dei conflitti in Medio Oriente.
Nel suo messaggio indirizzato ai partecipanti del network AlArabiya al termine del Ramadan, Papa Francesco ha sottolineato la significativa coincidenza tra la fine del mese sacro islamico e la celebrazione della Pasqua cristiana, simboli di rinnovamento e speranza. Tuttavia, ha espresso profonda preoccupazione per i persistenti conflitti nel Medio Oriente, in particolare tra Palestina e Israele, e ha fatto appello per la pace e l’umanità nelle regioni afflitte.
Il Papa ha evocato la figura di Abramo, guardando alle stelle come simbolo di speranza e luce, contrapposto alla devastazione causata dalle armi nel Medio Oriente: “Fratelli e sorelle, il nostro padre Abramo alzò gli occhi al cielo per guardare le stelle: la luce della vita, che ci avvolge e ci abbraccia dall’alto, ci chiede di superare la notte dell’odio perché, secondo la volontà del Creatore, siano gli astri a illuminare la terra, e non la terra a bruciare, devastata dalle fiamme di armi che infuocano il cielo!”
Il Pontefice ha ripetuto il suo messaggio contro la guerra, descrivendola come una sconfitta per l’umanità, un percorso che “non apre prospettive, ma estingue la speranza”. Ha specificatamente chiesto la cessazione del fuoco nella striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi, evidenziando la grave situazione umanitaria: “Sono angosciato per il conflitto in Palestina e Israele: cessi subito il fuoco nella striscia di Gaza, dove è in corso una catastrofe umanitaria; possano arrivare gli aiuti alla popolazione palestinese che soffre tantissimo; si rilascino gli ostaggi rapiti a ottobre!”
Il Papa ha anche rivolto un appello emotivo a coloro che hanno il potere di fermare i conflitti, ricordando loro di pensare ai bambini e di aspirare a un futuro migliore, sottolineando un desiderio universale di pace: “Guardiamo tutti al futuro con gli occhi dei bambini. Loro non si chiedono chi è il nemico da distruggere, ma chi sono gli amici con cui giocare; loro hanno bisogno di case, parchi e scuole, non di tombe e fosse!”
Infine, Francesco ha espresso la sua fiducia nella possibilità di un cambiamento positivo, non solo nei deserti naturali ma anche nei cuori delle persone e nelle vite dei popoli, promuovendo il rispetto reciproco e la coesistenza pacifica:
“Ma dai deserti dell’odio spunteranno germogli di speranza solo se sapremo crescere insieme, l’uno a fianco dell’altro; se sapremo rispettare il credo degli altri; se sapremo riconoscere il diritto di esistere di ogni popolo e il diritto di ogni popolo ad avere uno Stato; se sapremo vivere in pace senza demonizzare nessuno.”
Questo messaggio del Pontefice si rivela un potente richiamo alla pace, alla comprensione e alla fraternità tra le fedi e le nazioni, sottolineando l’urgente necessità di superare le divisioni in nome di un futuro condiviso e più pacifico.