No alle espressioni handicappato e portatore di handicap nel decreto legislativo.
Il recente approvazione del Decreto Disabilità in Italia segna non solo un cambiamento nella gestione e supporto delle persone con disabilità ma introduce anche un significativo aggiornamento linguistico nei testi legislativi. La decisione di eliminare i termini “handicappato” e “portatore di handicap” riflette un cambiamento più ampio nella percezione sociale delle disabilità, mirando a una maggiore inclusione e rispetto.
Motivazioni del cambiamento linguistico
L’uso del linguaggio gioca un ruolo cruciale nella formazione delle percezioni sociali. I termini come “handicappato” e “portatore di handicap” sono stati criticati per la loro connotazione negativa e la loro capacità di ridurre l’identità di una persona alla sua disabilità, ignorando la complessità della sua individualità e capacità. Il linguaggio inclusivo, d’altra parte, promuove l’uguaglianza e il rispetto, riconoscendo le persone con disabilità come individui a pieno titolo, non definiti esclusivamente dalle loro condizioni fisiche o mentali.
Implicazioni della modifica
Questa modifica legislativa non è solo simbolica ma ha implicazioni pratiche importanti. Incoraggiando l’uso di termini come “persona con disabilità”, la legge promuove un paradigma in cui la persona viene prima della sua disabilità. Questo approccio è allineato con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che sottolinea il diritto di ogni persona di essere trattata con dignità e rispetto.
Effetti previsti
L’aggiornamento del linguaggio nella legislazione può influenzare positivamente la politica pubblica, l’educazione e la percezione sociale, contribuendo a ridurre lo stigma associato alla disabilità. Un linguaggio rispettoso e accurato può anche migliorare l’autopercezione delle persone con disabilità, rafforzando la loro autostima e il loro ruolo attivo nella società.
Prospettive future
Mentre il decreto rappresenta un progresso significativo, il percorso verso l’inclusione totale richiede un impegno continuo da parte di tutti i settori della società, inclusi media, istruzione e imprese, per adottare e promuovere un linguaggio che rifletta rispetto e uguaglianza. La formazione e la sensibilizzazione rimarranno componenti essenziali per consolidare i cambiamenti avviati dal decreto.
L’eliminazione di questi termini dal linguaggio legislativo italiano è un passo avanti verso una società che valorizza tutti i suoi membri ugualmente, dimostrando l’importanza del linguaggio nel modellare le nostre norme sociali e le politiche pubbliche.