Nel discorso a studenti e insegnanti delle Scuole di Pace, il Papa invoca un rinnovato spirito di cura e collaborazione.
Nell’incontro avvenuto nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco ha rivolto un messaggio carico di speranza e di incitamento agli alunni e insegnanti della Rete Nazionale delle Scuole di Pace, evidenziando l’importanza dell’educazione alla pace in un mondo segnato da conflitti e divisioni. Il discorso, tenutosi il 19 aprile 2024, ha toccato temi profondi legati alla responsabilità giovanile nel costruire un futuro più giusto e solidale.
“Sono contento di incontrare ancora una volta la rete nazionale delle ‘Scuole per la Pace’,” ha esordito il Santo Padre, esprimendo il suo apprezzamento per l’entusiasmo e la dedizione mostrati dai giovani e dai loro educatori nel promuovere una visione del mondo fondata sulla bontà e sulla bellezza, nonostante le “situazioni drammatiche, ingiustizie e violenze che sfigurano la dignità umana.”
Il Papa ha poi sottolineato l’importanza dell’imminente Summit del Futuro a New York, un evento convocato dall’ONU per affrontare le grandi sfide globali e per il quale ha richiesto espressamente il contributo attivo dei giovani. “Non rimanga soltanto ‘sulla carta’, ma diventi concreto e si realizzi attraverso percorsi e azioni di cambiamento,” ha affermato, incoraggiando i presenti a partecipare attivamente alla costruzione di un mondo migliore.
Uno dei momenti più toccanti del discorso è stato quando Francesco ha chiesto agli studenti di riflettere sul loro ruolo non come spettatori, ma come protagonisti del futuro: “Voi siete chiamati ad essere protagonisti e non spettatori del futuro.” Questo passaggio ha rafforzato l’idea che ogni giovane ha un ruolo cruciale da svolgere nella società, non solo come individuo ma come parte di una comunità globale interconnessa.
Papa Francesco ha poi esplorato il concetto di “cura”, collegandolo strettamente alla pace. Ha descritto la pace non solo come l’assenza di guerra, ma come un “clima di benevolenza, fiducia e amore” che può emergere solo in una società che valorizza la cura reciproca e l’attenzione verso gli altri, specialmente i più vulnerabili.
Nel concludere il suo indirizzamento, il Pontefice ha invitato tutti a riflettere sulle gravi condizioni dei bambini nelle zone di guerra, come l’Ucraina e Gaza, sottolineando la necessità urgente di preghiere e azioni concrete per aiutare questi innocenti a recuperare la capacità di sorridere e vivere in pace.
“Vi auguro di essere sempre appassionati del sogno della pace,” ha detto Papa Francesco, chiudendo il suo discorso con un invito alla preghiera e al ricordo, ribadendo il suo celebre motto di opposizione all’indifferenza: “I care”, “mi sta a cuore”, “mi interessa”. Con questo potente messaggio, il Papa ha riaffermato l’impegno della Chiesa e delle Scuole di Pace a lavorare per un futuro che sia conforme ai sogni di “pace e di bellezza per l’umanità intera.”