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Papa Francesco alle detenute della Giudecca: speranza e dignità umana

Papa Francesco 15 marzo 2017

Nel suo discorso alla Casa di Reclusione delle Donne, il Papa sottolinea l’importanza della dignità e del riscatto personale.

Nella sua visita a Venezia il 28 aprile 2024, Papa Francesco ha scelto di iniziare il suo percorso incontrando le detenute della Casa di Reclusione della Giudecca. Un momento intenso, carico di emozioni e messaggi profondi, che il Santo Padre ha voluto condividere non solo con le persone presenti, ma con l’intero mondo, riflettendo su temi di riconciliazione, dignità umana e speranza.

“Tutti siamo fratelli, tutti, e nessuno può rinnegare l’altro, nessuno!” Con queste parole, Papa Francesco ha aperto il suo discorso, ponendo immediatamente l’accento sull’universalità e sull’importanza della fraternità umana. Il suo saluto affettuoso alle detenute ha ribadito il messaggio che, nonostante le circostanze difficili, ogni persona detiene un valore inestimabile.

La dignità al centro

Il Papa ha sottolineato la durezza della realtà carceraria, menzionando le difficoltà come il sovraffollamento e la violenza, ma ha anche portato un messaggio di speranza: il carcere può diventare un luogo di rinascita morale e materiale. “Il carcere è una realtà dura, però può anche diventare un luogo di rinascita,” ha detto, incoraggiando le detenute a vedere oltre le mura della prigione verso un futuro di possibilità.

Un appello alla comunità

Importante è stato l’appello del Santo Padre a non isolare la dignità ma a offrire strumenti e spazi per la crescita umana, spirituale, culturale e professionale all’interno delle strutture carcerarie. Questo non solo per migliorare la qualità della vita delle detenute, ma per prepararle a un sano reinserimento nella società. “Per favore, non ‘isolare la dignità’, ma dare nuove possibilità!” ha esortato.

Un messaggio di speranza e rinascita

Concludendo il suo discorso, Papa Francesco ha invitato tutti a rinnovare la fiducia nel futuro, usando l’immagine di una speranza ancorata nel futuro, da cui non si deve mai staccare la vista. “Non chiudere la finestra, sempre guardare l’orizzonte, sempre guardare il futuro, con la speranza,” ha consigliato, promuovendo un atteggiamento di resilienza e ottimismo.

Conclusione dell’incontro

Il discorso si è concluso con uno scambio di doni e saluti, dove il Papa ha regalato un simbolo di tenerezza e protezione, sottolineando il ruolo materno di Maria, “la madre della tenerezza”. Con un invito al coraggio e alla perseveranza, ha lasciato alle detenute un messaggio di incoraggiamento: “E avanti e coraggio, non mollare, coraggio e avanti!”

L’incontro di Papa Francesco con le detenute non è stato solo un momento di comunicazione di dottrina religiosa, ma un vero e proprio scambio umano e spirituale, che sottolinea l’importanza di trattare ogni individuo con rispetto e compassione, indipendentemente dalle circostanze della vita.

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