La perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici, l’inquinamento chimico e le specie introdotte – tutti risultati dell’attività umana – potrebbero aumentare la trasmissione delle malattie infettive. Lo spiega uno studio pubblicato su Nature, che potrebbe contribuire a migliorare le strategie di gestione delle malattie e gli sforzi di sorveglianza verso i fattori di cambiamento globale che aumentano le malattie.
È noto che gli esseri umani stanno contribuendo all’aumento delle malattie infettive emergenti, le quali sono legate a fattori socio-economici, ambientali ed ecologici. Precedenti ricerche hanno dimostrato che il rischio di malattie infettive è modificato da molti fattori, ma i driver di cambiamento globale che aumentano maggiormente il rischio di malattie, e in quali contesti, rimangono poco chiari.
Jason Rohr e i suoi colleghi hanno esaminato quasi 3.000 osservazioni esistenti sulle risposte delle malattie infettive ai driver di cambiamento globale in 1.497 combinazioni ospite-parassita, inclusi ospiti vegetali, animali e umani. La perdita di biodiversità, l’inquinamento chimico, i cambiamenti climatici e le specie introdotte sono risultati essere associati ai maggiori aumenti nella trasmissione delle malattie.
Rispetto ai gradienti di biodiversità naturali, come i gradienti latitudinali o altitudinali nella ricchezza di specie, la perdita di biodiversità è stata associata a un aumento dell’857% degli esiti delle malattie infettive. Questo rappresenta un aumento associato del 393% maggiore rispetto all’inquinamento chimico, del 111% maggiore rispetto ai cambiamenti climatici e del 65% maggiore rispetto alle specie introdotte. Al contrario, l’urbanizzazione è risultata associata a una riduzione della trasmissione delle malattie.
Gli autori suggeriscono che questa riduzione possa essere dovuta a miglioramenti dell’acqua, della sanità e dell’igiene per gli esseri umani, e alla perdita di habitat per molti parassiti (come batteri e virus) e i loro ospiti non umani. Questi risultati sono stati trovati coerenti sia per le malattie umane che non umane.
I risultati potrebbero aiutare a indirizzare meglio la gestione delle malattie e gli sforzi di sorveglianza verso i driver di cambiamento globale che aumentano le malattie. In particolare, ridurre le emissioni di gas serra, gestire la salute degli ecosistemi e prevenire le invasioni biologiche e la perdita di biodiversità potrebbero aiutare a ridurre il carico delle malattie delle piante, degli animali e degli esseri umani, specialmente se associati a miglioramenti dei determinanti sociali ed economici della salute.
Articolo Nature: A meta-analysis on global change drivers and the risk of infectious disease. DOI 10.1038/s41586-024-07380-6.