Da Israele e Palestina, due imprenditori uniti dal dolore. Il Papa esorta a trasformare la sofferenza in un progetto di futuro e speranza.
Nell’incontro a Verona di ieri, durante la la parte dedicata alla pace e all’economia, Papa Francesco ha risposto alle domande di due imprenditori, Maoz Inon e Aziz Sarah, che hanno condiviso storie di sofferenza causate dal conflitto israelo-palestinese. Questi imprenditori hanno sottolineato la necessità di un’economia di pace e giustizia, chiedendo come i giovani possano diventare promotori di pace in un mondo dominato dalla cultura del profitto.
Maoz e Aziz hanno raccontato le loro dolorose esperienze personali e i loro sforzi per dialogare per un futuro migliore.
Papa Francesco ha risposto con profonda emozione, lodando il coraggio dei due uomini: “Loro hanno avuto il coraggio di abbracciarsi. E questo non è solo coraggio e testimonianza di volere la pace, ma anche è un progetto di futuro. Abbracciarci.” Ha invitato tutti a un momento di silenzio per riflettere sulla gravità della guerra e a impegnarsi personalmente per la pace.
Il Papa ha espresso preoccupazione per il futuro dei bambini colpiti dai conflitti: “I bambini nella guerra perdono il sorriso.” Ha concluso esortando tutti a lavorare per la pace e a sostenere il desiderio di pace dei due imprenditori: “Preghiamo per la pace, e diciamo a questi due fratelli che portino questo desiderio nostro e la volontà di lavorare per la pace al loro popolo. Grazie fratelli!”
L’abbraccio tra Maoz Inon e Aziz Sarah diventa così un simbolo potente di speranza e un invito universale a costruire un futuro di pace.