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Il Papa: dieci anni di preghiera per la pace in Terra Santa

Papa Francesco 15 marzo 2017

Papa Francesco ricorda l’Invocazione per la Pace e sottolinea l’urgenza di uno sforzo continuo.

Nel decennale dell’“Invocazione per la Pace in Terra Santa”, il Santo Padre Francesco ha pronunciato un discorso nei Giardini Vaticani, rivolgendosi a eminenti personalità, ambasciatori e fedeli presenti.

Riflessioni sull’evento del 2014

Papa Francesco ha iniziato il suo discorso esprimendo gratitudine per la partecipazione all’anniversario: “Vi ringrazio di essere qui a celebrare il decimo anniversario dell’invocazione per la pace in Terra Santa. Grazie!” Ha ricordato il significativo incontro del 2014, quando l’allora Presidente israeliano Shimon Peres e il Presidente palestinese Mahmoud Abbas accettarono il suo invito a venire in Vaticano per pregare per la pace.

Rievocando quei momenti, ha detto: “Porto nel cuore tanta gratitudine al Signore per quel giorno, mentre conservo il ricordo di quell’emozionante abbraccio che i due Presidenti si scambiarono, anche alla presenza di Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico, e dei rappresentanti delle comunità cristiane, ebraiche e musulmane provenienti da Gerusalemme.”

Le dure realtà del conflitto

Il Papa ha poi riflettuto sull’attuale situazione di conflitto in Palestina e Israele, denunciando la crescente violenza e le perdite di vite umane innocenti: “Da mesi ormai assistiamo a una crescente scia di ostilità e vediamo morire sotto i nostri occhi tanta gente, anche tanti innocenti.”

Citando la sua enciclica “Fratelli tutti”, ha sottolineato il fallimento della guerra: “La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male” (Lett. enc. Fratelli tutti, 261).

Un appello per la pace

Francesco ha criticato l’ideologia dominante che considera il conflitto e la violenza come normali: “Dobbiamo essere critici e vigilanti verso un’ideologia oggi purtroppo dominante, secondo cui ‘il conflitto, la violenza e le fratture fanno parte del funzionamento normale di una società’ (ivi, 236).”

Ha invitato tutti a non smettere di sognare e costruire la pace: “A tutti, credenti e persone di buona volontà, vorrei dire: non smettiamo di sognare la pace e di costruire relazioni di pace!”

Un invito alla preghiera e all’azione

Il Papa ha concluso il suo discorso con una potente supplica per la pace, ricordando l’urgenza di cessare le ostilità e proteggere i civili: “Ogni giorno prego perché questa guerra volga finalmente al termine. Penso a tutti coloro che soffrono, in Israele e in Palestina: ai cristiani, agli ebrei, ai musulmani.”

Ha citato la speranza condivisa da israeliani e palestinesi di buona volontà: “Penso anche a quei palestinesi e israeliani di buona volontà che, tra le lacrime e le sofferenze, non smettono di attendere nella speranza l’arrivo di un giorno nuovo e si adoperano ad anticipare l’alba di un mondo pacifico.”

L’evento si è concluso con una rinnovata preghiera per la pace, invocando l’intervento divino per un futuro di fraternità e solidarietà: “Signore, Dio di pace, ascolta la nostra supplica! Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite… Ma i nostri sforzi sono stati vani. Ora, Signore, aiutaci Tu!”

Il discorso di Papa Francesco nel decennale dell’“Invocazione per la Pace in Terra Santa” è stato un potente richiamo alla necessità di un impegno continuo per la pace, evidenziando l’urgenza di azioni concrete e preghiere per porre fine ai conflitti e costruire un mondo più giusto e pacifico.

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