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Arte e cultura

Archeologia: antichi genomi rivelano informazioni sui rituali Maya di sacrifici umani

El-Castillo-credit-Johannes-Krause

Analisi del DNA antico rivela pratiche rituali nella città Maya di Chichén Itzá

Un recente studio pubblicato su Nature ha rivelato nuovi dettagli sui rituali di sepoltura nell’antica città Maya di Chichén Itzá, grazie all’analisi del DNA di 64 individui sacrificati in un periodo di 500 anni. Le analisi indicano che molti degli individui trovati in una camera di stoccaggio sotterranea erano strettamente imparentati, dimostrando una continuità genetica nella regione Maya fino ai giorni nostri.

Scoperta e analisi

Nel 1967, fu scoperto un chultun (una cisterna sotterranea) vicino al Cenote Sacro, contenente i resti di oltre 100 giovani. Le analisi del DNA, condotte da Rodrigo Barquera, Oana Del Castillo-Chávez, Johannes Krause e colleghi, hanno rivelato che tutti i 64 individui analizzati erano maschi e circa il 25% erano strettamente imparentati, inclusi due coppie di gemelli identici. Per contro, nel Cenote Sacro sono stati trovati resti di giovani donne e bambini di entrambi i sessi.

Significato dei rituali

I sacrifici rituali di bambini sono stati ipotizzati come un mezzo per favorire i raccolti e la pioggia. La presenza di gemelli sacrificali è descritta nella mitologia Maya. I risultati suggeriscono una preferenza per il sacrificio di bambini maschi nel contesto del chultun.

Continuità genetica e adattamenti

Il confronto genetico con le popolazioni attuali della regione mostra una continuità genetica, suggerendo che gli individui sacrificati provenissero da comunità Maya locali. Inoltre, sono state identificate variazioni nei geni associati all’immunità, che potrebbero indicare adattamenti a causa di epidemie di malattie infettive, come il Salmonella enterica Paratyphi C, introdotte durante il periodo coloniale.

Implicazioni dello studio

Questi risultati offrono nuove prospettive sulla pratica dei sacrifici umani nella civiltà Maya e sulla storia genetica delle popolazioni della regione, arricchendo la nostra comprensione delle loro tradizioni culturali e adattamenti biologici.

Lo studio evidenzia l’importanza di combinare le tecniche archeologiche con le moderne analisi genetiche per ottenere una visione più completa delle antiche civiltà e delle loro pratiche culturali.

Immagine: El Castillo, conosciuto anche come il Tempio di Kukulcan, è tra le strutture più grandi di Chichén Itzá e la sua architettura riflette le sue lontane connessioni politiche. Credit: Johannes Krause.

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