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Papa Francesco: non possiamo essere indifferenti di fronte alla tragedia della droga

Papa-Francesco-Piazza-San-Pietro

Nella Giornata Mondiale contro abuso e traffico di droga, il Papa ricorda l’urgenza della prevenzione e condanna duramente i trafficanti.

Ieri, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha dedicato la sua catechesi alla Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga. Questo evento, istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1987, porta quest’anno il tema “Le prove sono chiare: bisogna investire nella prevenzione.”

Il Santo Padre ha esordito ricordando le parole di San Giovanni Paolo II: «L’abuso di droga impoverisce ogni comunità in cui è presente. Diminuisce la forza umana e la fibra morale. Mina i valori stimati. Distrugge la voglia di vivere e di contribuire a una società migliore». Questo messaggio sottolinea l’impatto devastante delle droghe, non solo sugli individui ma anche sull’intera società.

Papa Francesco ha inoltre enfatizzato la dignità intrinseca di ogni persona, compresi i tossicodipendenti: «Ogni tossicodipendente porta con sé una storia personale diversa, che deve essere ascoltata, compresa, amata e, per quanto possibile, guarita e purificata. […] Continuano ad avere, più che mai, una dignità, in quanto persone che sono figli di Dio». Egli ha ribadito che tutti, indipendentemente dalle loro condizioni, meritano rispetto e sostegno.

Il Pontefice ha poi rivolto parole dure contro gli spacciatori e i trafficanti di droga, definendoli «assassini». Ha citato Papa Benedetto XVI, che aveva avvertito: «Dico ai trafficanti di droga che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto. La dignità umana non può essere calpestata in questo modo».

Rifiutando l’idea della liberalizzazione del consumo di droghe come soluzione al problema della dipendenza, Papa Francesco ha affermato che essa non fa altro che aumentare il consumo. Ha dichiarato: «Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose».

Un punto cruciale del discorso è stato l’impatto ambientale della produzione e del traffico di droga, specialmente nel bacino amazzonico. Questo fenomeno ha effetti devastanti sull’ambiente, contribuendo alla distruzione del nostro pianeta.

Il Papa ha sottolineato l’importanza della prevenzione attraverso la promozione della giustizia, l’educazione dei giovani ai valori che costruiscono la vita personale e comunitaria, e il sostegno a chi è in difficoltà. Ha lodato le comunità di recupero ispirate dal Vangelo e gli sforzi delle Conferenze episcopali nel promuovere politiche giuste per il trattamento dei tossicodipendenti.

Esempi di iniziative positive includono la rete de La Pastoral Latinoamericana de Acompañamiento y Prevençión de Adicciones (PLAPA) e l’impegno dei Vescovi dell’Africa Australe per promuovere la gioventù come agenti di pace e speranza. I giovani coinvolti in queste iniziative hanno promesso: «Accettiamo il ruolo di ambasciatori e sostenitori della lotta contro l’uso di sostanze stupefacenti. Chiediamo a tutti i giovani di essere sempre empatici gli uni con gli altri».

Papa Francesco ha concluso con un appello alla comunità cristiana a non essere indifferente di fronte alla tragedia della tossicodipendenza e al traffico di droga: «Non possiamo essere indifferenti. Il Signore Gesù si è fermato, si è fatto vicino, ha curato le piaghe. Sullo stile della sua prossimità, siamo chiamati anche noi ad agire, a fermarci davanti alle situazioni di fragilità e di dolore, a saper ascoltare il grido della solitudine e dell’angoscia, a chinarci per sollevare e riportare a nuova vita coloro che cadono nella schiavitù della droga».

In questa giornata, il Papa ha esortato tutti i cristiani e le comunità ecclesiali a rinnovare il loro impegno nella preghiera e nel lavoro contro la droga, invitando a pregare per la conversione dei trafficanti, definiti senza mezzi termini «criminali» e «assassini».

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