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Ambiente

Influenza aviaria rilevata nella fauna selvatica in Antartide: una nuova minaccia per la biodiversità

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La scoperta del virus H5N1 in diverse specie animali in Antartide solleva preoccupazioni per questo fragile ecosistema.

Recentemente, un articolo pubblicato su Nature Communications ha rivelato una scoperta preoccupante: il virus dell’influenza aviaria H5N1 è stato rilevato in diverse specie di uccelli e mammiferi nell’area antartica, tra cui l’albatro sopracciglio nero e la foca antarctica. Questa scoperta rappresenta un’espansione significativa della portata geografica della malattia e solleva gravi preoccupazioni per l’impatto ecologico e la minaccia per la fauna selvatica che abita questa regione remota.

Un’ecosistema vulnerabile

L’Antartide è nota per i suoi ecosistemi unici, molti dei quali sono rimasti isolati dalle malattie infettive che colpiscono la fauna selvatica in altre parti del mondo. Questo isolamento ha reso l’Antartide una priorità per la conservazione, mantenendo al riparo le sue specie endemiche da minacce esterne. Tuttavia, i recenti ritrovamenti suggeriscono che questa barriera naturale è stata infranta.

Ashley Banyard e i suoi colleghi hanno condotto una vasta campagna di campionamento e sorveglianza degli animali nelle regioni antartiche e sub-antartiche, comprese l’Isola della Georgia del Sud e le Isole Falkland, durante l’estate 2022-23. Durante questa ricerca, è stato identificato il virus H5N1 in numerose specie di uccelli, come gli stercorari antartici, i cormorani della Georgia del Sud e le sterne antartiche, oltre che in mammiferi marini come gli elefanti marini meridionali.

Le vie di trasmissione e l’impatto ecologico

L’analisi genetica dei campioni ha fornito preziose informazioni sulle possibili rotte di introduzione del virus, indicando che potrebbe essere stato trasportato dall’America del Sud attraverso il movimento degli uccelli migratori. Questo ha permesso al virus di diffondersi rapidamente tra diverse specie e località, sia in Georgia del Sud che nelle Isole Falkland. Durante i test, un pinguino reale e un pinguino saltatore meridionale sono risultati negativi al virus, suggerendo che non tutte le specie sono state ancora colpite.

Questi risultati sollevano nuove preoccupazioni sulla vulnerabilità della fauna antartica alle malattie che finora erano assenti in questa regione. L’introduzione del virus H5N1 potrebbe avere conseguenze devastanti per le popolazioni locali di fauna selvatica, con effetti a catena sull’intero ecosistema antartico.

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La necessità di misure preventive

Gli autori dello studio, tra cui Banyard, sottolineano l’importanza di proseguire con la sorveglianza continua e l’adozione di misure di biosicurezza per mitigare il rischio rappresentato dai virus dell’influenza aviaria per la fauna selvatica in aree remote come l’Antartide. La ricerca futura potrebbe concentrarsi sulla circolazione del virus all’interno di questo ecosistema, sulle possibili misure preventive e sul monitoraggio della diffusione per proteggere questi delicati ecosistemi.

In conclusione, la rilevazione del virus H5N1 in Antartide rappresenta un nuovo e grave allarme per la biodiversità della regione, richiedendo un’attenzione immediata per preservare la fauna selvatica di uno degli ambienti più incontaminati del pianeta.

Articolo Nature Communications: Detection and spread of high pathogenicity avian influenza virus H5N1 in the Antarctic Region. DOI 10.1038/s41467-024-51490-8.

Immagini: credit Ashley Bennison.

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